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La condanna dei quattro imputati "ha restituito a mia figlia la dignità e il rispetto che troppo spesso le sono stati negati"
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"Il mio primo pensiero è lei, Desirée. La vorrei qui, per abbracciarla ed accarezzarla". Lo dice Barbara Mariottini, madre di Desirée, la 16enne trovata senza vita il 19 ottobre 2018 in uno stabile abbandonato nel quartiere San Lorenzo a Roma. Sabato due persone sono state condannate all'ergastolo, una a 27 anni e un'altra a 24 anni e 6 mesi. "La condanna ha restituito a mia figlia la dignità e il rispetto che troppo spesso le sono stati negati", aggiunge.
Dopo la sentenza di sabato notte, continua la signora Mariottini in un'intervista al Corriere della Sera, "non sono riuscita a dormire, non mi spiegavo come dopo una condanna di omicidio un assassino potesse essere libero. Ero sconvolta". Poi però è arrivata una nuova ordinanza di custodia anche per l'ultimo dei quattro condannati.
"La cosa importante è che la sentenza ha riconosciuto le loro responsabilità e anche con questa differenza le loro colpe ai miei occhi sono le stesse. Di fronte alla morte di mia figlia mi aspettavo il massimo della pena. Ma d'altra parte quale giustizia può avere una ragazza uccisa in quel modo?".
Comunque "sono stati anni difficili, disperati, pieni di sofferenza. Ricorderò sempre quanto è stato detto in aula, purtroppo. E' stata una morte orribile quella di mia figlia, crudele e lenta. Aveva solo 16 anni".