Nella requisitoria del processo per l'uccisione del giovane romano, si sottolinea la "violenza gratuita del delitto" e che il proiettile "non ha lasciato scampo" alla vittima
L'omicidio di Luca Sacchi "ha suscitato un clamore strumentalizzato anche dalle forze politiche. In questo processo Giovanni Princi e Anastasiya Kylemnyk hanno mistificato i fatti creando dei veri e propri depistaggi". Lo afferma la pm Giulia Guccione, durante la requisitoria nel processo per l'omicidio del giovane, ucciso il 23 ottobre 2019 con un colpo di pistola alla testa, nei pressi di un pub nel quartiere Appio Latino di Roma. Il magistrato chiede inoltre l'ergastolo per Valerio Del Grosso, 30 anni per Paolo Pirino e 4 anni per Anastasiya, accusata del tentativo di acquisto di droga.
L'amico di Luca, Giovanni Princi, "ha tenuto un comportamento ostativo all'accertamento della verità dei fatti, mentre Anastasiya Kylemnyk ha mentito e cambiato versione più volte", sottolinea il pubblico ministero. "Per fortuna i depistaggi non hanno colto nel segno e oggi si è potuto chiarire il contesto in cui è maturato l'omicidio".
"Sacchi fatto passare per l'accusato" - Quella dell'omicidio Sacchi "è una storia paradossale perché fin dalle prime battute Luca, la vittima, è stato fatto passare per l'accusato. Per questo oggi mi sento obbligata a fornire la verità processuale che risulta dalle carte", prosegue Guccione.
"Violenza gratuita, lo sparo non ha lasciato scampo" - "Perché è stato ucciso Luca Sacchi? Il motivo a me, a oggi, sfugge", afferma ancora la pm. Lo zaino "era nelle mani di Paolo Pirino. Il grilletto è stato premuto da Valerio del Grosso con gratuita violenza. Non c'era motivo. Il proiettile ha trapassato la testa di Luca e non gli ha lasciato scampo".
Imputato anche Marcello De Propris, che fornì a Del Grosso la pistola e per il quale l'accusa chiede 30 anni di carcere, per concorso in omicidio. Chiesta l'assoluzione per Armando De Propris, accusato della detenzione dell'arma.