Il piccolo è stato operato a Taormina subito dopo la nascita. Due anni dopo i cardiologi di Roma, secondo l'accusa, non si accorsero della gravità della situazione, ritardando una serie di esami
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E' fissata per martedì, davanti al gip di Roma, l'udienza preliminare del procedimento che vede imputati 8 medici dell'ospedale Bambino Gesù, accusati di omicidio colposo per la morte di un bimbo di due anni a cui sarebbe stato impiantato un pacemaker al contrario. Il piccolo, nato con una patologia cardiaca, venne sottoposto nel 2016 ad un'operazione in Sicilia, a Taormina, presso il centro cardiologico pediatrico Mediterraneo del Bambino Gesù.
Secondo l'accusa, riporta La Repubblica, i tre medici che lo operarono gli impiantarono il pacemaker al contrario, rivolto verso il basso. Un errore che gli provocò una sorta di cappio all'arteria che, nella crescita, causò un'insufficienza cardiocircolatoria.
Nel 2018 il bimbo arrivò a Roma, sempre al Bambino Gesù, ma i cardiologi che lo visitarono, sempre secondo l'accusa, non capirono la gravità della situazione e ritardarono una serie di esami. A settembre di due anni fa il cardiologo riscontrò qualche problema, ma fissò la tac solo due mesi dopo, secondo la ricostruzione dei pm.
Si arrivò così al 31 dicembre, le condizioni del bambino sono molto gravi. Venne sottoposto ad un nuovo intervento chirurgico ma i medici, a detta dei magistrati, sbagliarono la procedura e due giorni dopo il bimbo morì.
Nell'udienza preliminare il giudice potrebbe affidare una perizia per accertare cosa sia successo e cosa, eventualmente, ha causato una catena così lunga di errori. L'accusa nei confronti dei medici è di omicidio "in cooperazione colposa consistita da negligenza, imprudenza ed imperizia". La famiglia del piccolo, rappresentata dall'avvocato Domenico Naccari, parla di "vicenda di estrema gravità".