Romeo usava causali fantasiose per quegli investimenti. Ce n'era, per esempio, uno intestato a una "figlia". Nessun meccanismo di autofinanziamento per i M5s, secondo gli inquirenti
Sono due le polizze vita stipulate da Salvatore Romeo con beneficiario il sindaco di Roma Virginia Raggi. Una da 30mila euro, stipulata nel gennaio 2016 e priva di scadenza, l'altra da 3mila euro con scadenza nel 2019. Per la Procura non costituirebbero fatto penalmente rilevante in quanto non emergerebbe un'utilità corruttiva. Si tratta infatti di polizze da investimento che non presuppongo la controfirma del beneficiario.
Causali fantasiose - Le diciture messe da Romeo sulle causali delle sue polizze, da "figlia" a "motivi affettivi", vengono ritenute "fantasiose". Romeo non ha figli e proprio in una delle polizze intestate alla Raggi scrive "motivi affettivi". In tutto ha investito 130mila euro in polizze sulla vita, sette con Intesa San Paolo per 90mila euro, scegliendo come beneficiari anche altri attivisti M5s e impiegati del Comune di Roma.
Gli inquirenti: in quelle polizze solo soldi di Romeo - Quelle polizze sono strumenti di investimento che Romeo utilizza da anni e che, secondo quanto testimoniano la Raggi e altri militanti M5s sentiti nei giorni scorsi dagli inquirenti, non sono mai stati usati per gestire i soldi del movimento.
Gli inquirenti che hanno controllato nelle settimane passate i flussi finanziari legati a tali polizze sono certi si tratti di soldi di Romeo, ma non è dato sapere per quale motivo l'ex capo della segreteria politica del Campidoglio avesse scelto, qualche mese prima di assumere la prestigiosa carica, la sua futura "datrice di lavoro" per intestarle 33mila euro in polizze. Anche davanti ai pm la Raggi ha assicurato di non sapere nulla di tale assicurazione, e in ogni caso, conferma chi indaga, non ne avrebbe tratto alcun vantaggio economico se non in caso di morte di Romeo.
Tali polizze sono state stipulate a partire dai primi anni del 2000: complessivamente ammontano a 132mila euro i soldi così investiti dall'ex fedelissimo M5s e i beneficiari sarebbero più volte cambiati nel corso degli anni. Al momento ci sarebbero una decina di intestatari tra i quali, oltre a Virginia Raggi che avrebbe preso il posto dell'ex M5s Alessandra Bonaccorsi nel gennaio del 2016, altri colleghi, dipendenti comunali e militanti pentastellati.