al falso allarme risponde il premier in persona

Psicosi attentati, bufala su WhatsApp Le colpevoli dalla polizia postale

Una donna e la figlia si sono presentate spontaneamente negli uffici di viale Trastevere per chiarire l'accaduto: "Ho raccontato quella bufala per non fare uscire mia figlia che dormiva da un'amica". Le ragazze hanno registrato la chiamata e poi lo scherzo

21 Nov 2015 - 11:43
 © twitter

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Paura e delirio a Roma. Dopo gli attentati a Parigi si è diffusa una psicosi generale che crea allarmismi, spesso immotivati. L'ultima in ordine di tempo è l'audio-messaggio bufala su presunti attacchi terroristici, diffuso su WhatsApp. Sui social è subito iniziato a circolare la voce della donna che avvisava la figlia di evitare la metro e i luoghi della movida. Le colpevoli si sono presentate dalla polizia postale per chiarire la loro posizione.

Se qualcuno ci ha creduto, molti altri si sono subito resi conto che si trattava solo di un fake, come rivela Skuola.net. E in risposta al falso allarme un messaggio diffuso sullo stesso canale da Renzi in persona, che avverte: "Non credete a queste falsità".

La Procura, sollecitata dallo stesso premier, ha aperto un fasciolo ipotizzando il reato di procurato allarme.

Mamma e figlia dalla polizia - La donna ha riferito che giovedì sera era al telefono con un'amica della figlia e, per convincere entrambe a non uscire di casa, ha inventato la storia dell'imminente attentato. Quella telefonata, all'insaputa della donna, è stata registrata e poi inoltrata, probabilmente dalla figlia o dall'amica di quest'ultima, ad altri contatti Whatsapp, fino a diventare virale. La figlia ha poi raccontato tutto alla madre che, saputo a sua volta che la polizia postale era al lavoro per identificare i protagonisti della telefonata, ha deciso di presentarsi spontaneamente, con la figlia, negli uffici di polizia per chiarire la vicenda. Le loro deposizioni sono state raccolte in verbali che saranno trasmessi all'autorità giudiziaria.

Il testo dell'audio-messaggio: "Evitate i luoghi dei giovani
" - "La mamma di Anastasia che lavora al ministero degli Interni, era molto preoccupata, la situazione è molto più preoccupante di quello che ci dicono". Esordisce così la voce registrata per avvertire la figlia del pericolo imminente. La preoccupazione incalza e l'allarmismo aumenta: "Vogliono colpire i luoghi della movida dove stanno i giovani". Proprio i locali più frequentati e le piazze più battute dai ragazzi sarebbero i posti a rischio, che dovrebbero essere evitati. Ed è sempre la mamma di Anastasia "la gola profonda del ministero degli Interni" a chiedere di "fare passaparola ed evitare questi posti". Continua: "Evitate i posti dove si trovano i giovani. Dovete restare relegati dove viviamo", cosi termina incisivo il messaggio della mamma in ansia.

E' tutta una bufala - L'audio ovviamente, in questo clima di paura e terrore, ha fatto subito il giro dei social. Ed ha avuto eco anche perché a Roma ci sono stati diversi allarmi bomba nella metropolitana, poi rientrati. Prima la stazione di Lepanto sulla Metro A e poi la segnalazione di pericolo anche sulla linea C. Entrambe interrotte per motivi di sicurezza. Non ci è voluto molto però, per considerare il messaggio-audio una bufala, per due ragioni.

La prima: se si fosse trovata una vera bomba sulla metro A di Lepanto, chiusa per 30 minuti, ci sarebbe voluto molto più tempo per disinnescarla.

La seconda: riguardo la fantomatica mamma di Anastasia, è inverosimile pensare che una dipendente del ministero degli Interni possa essere a conoscenza di notizie riservate e con un alto tasso di pericolosità, come in questo caso. Inoltre, a smascherare il finto messaggio anche alcune espressioni come "vi dicono una sacco di bugie" e "vogliono farci credere", molto più vicine ad un vocabolario di un pensiero complottista molto virale in Rete, che non ad un linguaggio reale.

Insomma, a seguito delle vicende accadute a Parigi, è ragionevole essere preoccupati per attacchi anche in una città come Roma, ma occhio a non cadere vittime dell'allarmismo generale e delle bufale che creano panico immotivato.

Renzi registra WhatsApp vocale: "Non cascate nelle bufale" - Al messaggio vocale "bufala", Matteo Renzi replica con un contro-messaggio sempre registrato su WhatsApp. "Qualcuno pensa di essere simpatico - dice Renzi - ma non si rende conto che suscita un clima di paura e anche di panico. Vorrei invitare tutti a non cascarci: il terrorismo è una minaccia molto seria ma isteria non domini nostre vite".

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