L'ordinanza è relativa a una tranche dell'inchiesta su una presunta associazione a delinquere che riciclava i proventi del mancato pagamento delle imposte su gioco on-line e slot machine
Un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, è stata emessa dalla procura di Roma per riciclaggio. Quest'ultima attività sarebbe riconducibile a Francesco Corallo, il "re delle slot" detenuto da dicembre. Il provvedimento però non è stato eseguito: Tulliani, infatti, è residente a Dubai e per la magistratura italiana risulta irreperibile.
L'ordine di arresto è relativo a una tranche dell'inchiesta, nella quale è indagato lo stesso Gianfranco Fini, su una presunta associazione a delinquere transnazionale che riciclava tra Europa e Antille i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco on-line e sulle slot machine.
Da alcune intercettazioni telefoniche sarebbe emerso l'auspicio di Giancarlo Tulliani di non tornare in Italia "per evitare guai giudiziari", scrive il gip Simonetta D'Alessandro nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del cognato di Gianfranco Fini. Per il Gip la richiesta di arresto è motivata da una "strategia criminale reiterata" di Tulliani favorita da contatti politici e dalla abilitò a muoversi a livello internazionale.
I nuovi sviluppi sono il risultato di un approfondimento investigativo sulle indagini che il 13 dicembre avevano portato all'arresto di Francesco Corallo, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Labocetta, ritenuti capi e partecipi dell'associazione a delinquere. Il profitto illecito, una volta depurato, secondo gli inquirenti sarebbe stato impiegato da Francesco Corallo in attività economiche e finanziarie, in acquisizioni immobiliari, e destinato anche ai membri della famiglia Tulliani.
Gianfranco Fini: ho chiesto di essere interrogato - "Nei giorni scorsi ho dato mandato ai miei legali Francesco Caroleo Grimaldi e Michele Sarno di chiedere ai magistrati di essere interrogato e ho dato loro mandato a querelare per calunnia Amedeo Laboccetta". Lo ha detto in una nota l'ex presidente della Camera Gianfranco Fini.