ACCUSATI DI PECULATO

Roma, auto-telefonate degli impiegati del 118 per ricaricare i propri cellulari

I sette dipendenti, che per farsi accreditare denaro sulle loro schede sim tenevano occupate le linee destinate alle emergenze sanitarie chiamando sé stessi o le mogli, rischiano il processo

20 Mar 2015 - 10:27
 © ansa

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Sette impiegati del 118 sono accusati di aver tenuto occupato il numero riservato alle emergenze sanitarie per ricaricare la scheda telefonica dei cellulari. Nel 2011 le bollette dell'Ares di Roma aumentano vertiginosamente e, dai tabulati telefonici, si scopre che 7 dipendenti rimanevano incollati al telefono chiamando se stessi o le mogli. Avevano infatti adottato una tariffa ad hoc che prevedeva l'accredito di denaro quando si ricevono chiamate.

Gli impiegati avrebbero dovuto lasciare libere linee del 118 per rispondere alle telefonate dei cittadini che chiamavano per chiedere l'intervento di un'ambulanza. Come riporta Il Corriere della Sera c'è chi sarebbe arrivato a farsi accreditare 896 euro su due diverse carte sim a lui riconducibili. Altri si sarebbero limitati ad addebitare sul conto dell'Azienda regionale per le emergenze sanitarie somme tra i sessanta e i duecentosessanta euro.

Alcuni hanno già saldato le proprie pendenze amministrative, pagando le sanzioni decise dalla Corte dei Conti. I sette dipendenti dell'Ares di Roma, dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero Attilio Pisano, rischiano comunque di finire sotto processo con l'accusa di peculato.

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