La vicenda risale al 2015. L'uomo aveva tentato di salvare il ragazzo senza aspettare l'intervento della squadra di soccorso
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Il dipendente Atac che nel 2015 tentò di salvare la vita al piccolo Matteo, precipitato dopo essere rimasto bloccato nell'ascensore della metro di Roma Furio Camillo insieme alla madre, è stato condannato dal Tribunale di Roma per omicidio colposo. Dovrà scontare due anni e quattro mesi di reclusione. Secondo la sentenza, l'uomo avrebbe agito privo di autorizzazione e senza attendere l'intervento della squadra di soccorso.
La vicenda - Il 9 luglio del 2015, Matteo, all'epoca quattro anni, e la mamma rimasero bloccati nell'ascensore della fermata della linea A Furio Camillo. Il dipendente Atac che si trovava nei paraggi riuscì a raggiungerli con un montacarichi e ad aprire le porte dell'ascensore, usando la chiave di sicurezza anche se non autorizzato. Durante il trasbordo dei due, il bambino sfuggì dalle braccia della mamma precipitando nel vuoto.
All'epoca dei fatti, oltre all'uomo furono iscritti nel registro degli indagati due vigilantes presenti sulla scena che non avrebbero avuto però un ruolo attivo nei tentativi di salvataggio.