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La banda usava telefoni non intercettabili, mettendo in campo una violenza feroce. grazie all'uso delle armi, per difendere i propri affari
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Operazione antidroga dei carabinieri a Roma. Sedici persone sono state arrestate, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana, aggravata dall'uso di armi. Il sodalizio dedito al narcotraffico nella Capitale, promosso e diretto da un italiano, riforniva di droga i quartieri del Trullo, Monteverde e Montespaccato, con un'espansione anche nell'area di Pomezia.
"Facciamo una guerra, non c'è problema, poi mettiamo pischelli a vendere la droga". Sono le parole di Daniele Ferri, ritenuto il boss del gruppo, ascoltate dalle forze dell'ordine in una intercettazione.
La banda usava telefoni non intercettabili, mettendo in campo una violenza feroce per difendere i propri affari. "Ci sono una serie di segnali molto allarmanti che mostrano a Roma una violenza sempre più brutale nella riscossione dei crediti di droga - ha spiegato il procuratore Michele Prestipino -. Tortura, violenze feroci, fino ad arrivare al sequestro di persona emergono come una costante nelle indagini portate avanti negli ultimi due anni sul territorio romano. Una ferocia sostenuta dalla disponibilità di armi di gruppi organizzati che gestiscono le piazze di spaccio, con giri d'affari milionari e una concorrenza agguerrita".
Il gruppo, secondo quanto è emerso dalle indagini iniziate nel 2017, aveva infatti a disposizione un vero e proprio arsenale che utilizzava per minacciare gli altri gruppi criminali, per impossessarsi di zone di spaccio e per riscuotere i crediti dai clienti.