Poche le "voci" contrarie. A difesa del provvedimento i consiglieri lamentano la gran mole di lavoro sulle loro spalle: "Servirebbero giornate di 48 ore per fare tutto"
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In un momento in cui l'economia rallenta (tra guerra in Ucraina e crisi politica) e l'inflazione galoppa, è destinata a far discutere la decisione che il consiglio comunale di Roma sta per votare: si tratta dell'aumento degli stipendi dei consiglieri. Il primo via libera, firmato da maggioranza e Centrodestra è arrivato in commissione, martedì ci sarà il voto definitivo in Aula. Secondo il nuovo regolamento spariranno i gettoni di presenza (che facevano arrivare lo stipendio a 2mila euro) al loro posto una indennità mensile da 3mila euro.
L'atto firmato giovedì dalla maggioranza e da tutto il centrodestra ha sollevato non poche polemiche con alcuni partiti di opposizione e anche un consigliere della lista Civica del Sindaco Roberto Gualtieri che hanno espresso parere contrario poiché il momento per il via libera sarebbe quello "sbagliato". La commissione Bilancio del Campidoglio, in congiunta con quella di Roma Capitale, ha approvato venerdì la delibera 'indennità', senza voti contrari. Solo il consigliere M5s Paolo Ferrara non ha partecipato al voto dicendo di voler "studiare meglio e in seguito" il provvedimento. Italia Viva non ha invece partecipato alla commissione e annuncia: "Non abbiamo firmato" la delibera "e non parteciperemo al voto" di martedì, ha detto il capogruppo di Iv Valerio Casini. "Attenzione - ha sottolineato poi Casini - io penso che iI lavoro dei consiglieri va valorizzato. Il nostro ruolo deve essere infatti riconosciuto per la sua complessità e specificità di funzioni a noi conferite, ma ad oggi la città soffre dei problemi che ormai tutti conosciamo quindi non mi sembra" l'atto più urgente da portare avanti.
Da 2mila a 3mila euro al mese - Effettivamente l'aula ha portato a casa poche delibere di iniziativa consiliare. Da novembre ad oggi ne sono state approvate solo 9, di cui tre "d'ufficio", quindi di istituzione delle commissioni. Il testo votato venerdì è una delibera attuativa del decreto legislativo 156/2010 nella quale si dà mandato al ministero dell'Interno di emettere un decreto ministeriale per l'indennità dei consiglieri dell'assemblea capitolina. Indennità commisurata al 45% di quella del sindaco, quindi per i consiglieri arriverebbe a oltre 3mila euro, rispetto ai 2mila che oggi raggiungono con il gettone di presenza.
"Lavoriamo anche 48 ore al giorno" - Un atto che per la maggioranza risulta più che importante e oggi la presidente della commissione, la consigliera Pd Giulia Tempesta, durante il suo intervento, ha sottolineato: "La nostra mole di lavoro non è indifferente. Nessuno ci ha puntato la pistola alla tempia ma per rispondere ai nostri ruoli abbiamo bisogno di giornate di 48 ore e per svolgere a pieno il ruolo che ci hanno dato i cittadini in maniera dignitosa e per gli oneri che abbiamo penso che sia opportuno e giusto compiere questo atto". Il consigliere di Roma Futura Giovanni Caudo ha aggiunto: "L'aumento è anche poco".
La polemica non ha riguardato solo l'opposizione. Infatti uno dei consiglieri della lista Civica Gualtieri, Carmine Barbati, ha chiesto di essere sostituito in commissione dal capogruppo Giorgio Trabucco. "Gli ho detto di sostituirmi. Ho chiamato il capogruppo perché ero contrario, pensando che fosse opportuno andasse lui. Ho semplicemente detto che non era il momento ma non che non andasse fatto". Barbati, prima della commissione aveva espresso in una nota una posizione di contrarietà: "Visto il delicato momento storico che sta vivendo il Paese, aggravato dall'assurda crisi di governo innescata dal M5s, è meglio congelare la delibera sui compensi dei consiglieri capitolini", aveva scritto.
Martedì il voto in aula - Martedì sarà il giorno della verità, ma la maggioranza sembra coese e con l'appoggio del Centrodestra il Pd capitolino è certo di poter portare a casa il risultato.