La sentenza nel processo d'appello-bis conferma quella di primo grado arrivata nel 2017
Per Valentino Talluto, l'uomo arrestato nel 2015 con l'accusa di avere contagiato volontariamente con l'Hiv diverse donne a Roma, è stata confermata la condanna di 24 anni nel processo d'appello-bis. La sentenza è arrivata dopo che la Cassazione, nell'ottobre del 2019, aveva confermato l'impianto accusatorio ma disposto un nuovo processo. La sentenza odierna conferma dunque quella di primo grado arrivata nel 2017.
La vicenda - Talluto, 36 anni, è finito alla sbarra perché accusato di aver contagiato decine di persone. Nessuna delle oltre quaranta vittime dell'uomo sapeva quanto rischiava perché a nessuna aveva detto di essere sieropositivo.
A tutte chiedeva di non usare il profilattico, per provare maggior piacere durante i rapporti, e tante, lo accontentavano. I fatti presi in esame nel processo sono avvenuti tra il 2006, quando l'uomo ha saputo di essere sieropositivo dopo aver fatto un test hiv, e il 2015.
Dopo aver avuto certezza della sua condizione, l'uomo ha continuato ad avere rapporti, occasionali e non, sempre senza protezioni. Secondo le accuse, non si sottoponeva a terapia retrovirale, teneva nascosta la sua condizione, infettava volontariamente chi lo amava: così, senza mai un ripensamento, per nove anni ha fatto del male a decine di persone che gli erano vicine.
L'indagine, portata avanti dalla sezione di polizia giudiziaria del tribunale di Roma e prima nel suo genere in Italia, è partita dalla denuncia di una delle vittime. Dopo aver sentito da alcuni amici in comune che l'uomo era sieropositivo, la donna lo ha incalzato chiedendo di sapere la verità. Lui negava ma quando lei, dopo essersi sottoposta al test, ha scoperto di essere sieropositiva, lo ha denunciato.
Era la primavera del 2015, il giovane aveva avuto nel corso degli anni, rapporti non protetti con decine di donne, quasi tutte giovani tra i 22 e i 30 anni, una delle quali aveva 14 anni quando aveva fatto sesso con lui.