Il necrofilo annotava su un taccuino i dati delle tombe violate, con l'elenco delle foto sottratte dalle lapidi. Nel caso della 26enne morta nel 2018 era andato oltre, profanandone anche i resti
"Per me è come una droga, non riesco a fermarmi: devo rubarle". E' l'inquietante confessione del 48enne che ha sottratto dal cimitero del Verano le ceneri di Elena Aubry, la motociclista 26enne morta in un incidente stradale a Roma nel 2018. Il necrofilo annotava su un taccuino i dati delle tombe violate, con l'elenco delle foto sottratte dalle lapidi. Gli inquirenti hanno individuato 375 profanazioni, con furto di altrettante immagini, storie e cimeli.
Nel caso di Elena Aubry, l'uomo non si era limitato a impadronirsi dell'immagine sulla tomba: aveva anche trafugato le ceneri delle giovane. Dopo la denuncia della madre, i carabinieri sono riusciti a risalire al responsabile.
Nel suo diario hanno anche scoperto la data precisa del furto delle ceneri: il 4 marzo 2020, poco prima del lockdown. "4.3.20 Presa Elena Aubry. Nata 28.10.1992 Morta 6.5.2018", recitava l'annotazione. L'elenco scoperto nell'agenda del necrofilo è molto lungo e contiene i dati di giovani donne decedute anche cinquant'anni fa.
Il 48enne potrebbe finire a processo per le accuse di violazione di sepolcro, vilipendio di tomba, sottrazione e occultamento di cadavere per le ceneri di Aubry, ma anche della ricettazione delle centinaia foto di ragazze morte. Dietro alla sua macabra e irrefrenabile cleptomania non ci sarebbe alcuna malattia mentale, secondo la perizia psichiatrica.
"Le immagini più belle le tenevo esposte, con le cornici. Per me erano sacre", ha dichiarato il necrofilo. E ha aggiunto, confessando il suo modus operandi: "Sceglievo giorni e orari e portavo, come escamotage, cibo per gatti tra le tombe".