Il primo cittadino sarebbe entrato in centro senza il permesso. Sul caso anche un'interpellanza parlamentare. L'assessore Improta: "Nessun abuso"
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Potrebbe costare caro al sindaco di Roma, Ignazio Marino, la vicenda di dieci multe prese nell'estate del 2014 a lui contestate ma non pagate, tranne due. In ballo una somma di 640 euro ma soprattutto la credibilità del sindaco che ha fatto delle Ztl il suo cavallo di battaglia. Marino: "Solo calunnie e fango contro di me". Sulla vicenda anche un'interpellanza parlamentare. A rischio, infatti, anche la sua elezione a sindaco.
Secondo la legge, un sindaco non potrebbe avere liti pendenti con il Comune che guida, pena la decadenza.
Contravvenzioni in sospeso - La questione si complica anche perché sulle otto multe c'è il codice usato per chi vuole fare ricorso al giudice di pace o al prefetto, insomma per chi vuole contestare le contravvenzioni. Cosa che un sindaco non potrebbe fare per le norme del Testo unico sugli enti locali. Perché le multe risultano sospese? A che titolo?, ci si chiede ancora nell'interpellanza parlamentare che ipotizza un blocco d'ufficio da parte dell'amministrazione comunale, come se si fosse trattato di un errore del Comune di Roma e non di un ritrardo da parte di Marino nel chiedere il rinnovo del diritto d'accesso alla Ztl.
Marino: contro di me fango e calunnie -"Gli attacchi di queste ore sono solo fango gettato contro chi si impegna giorno per giorno per cambiare a fondo questa città. Le tante forze che si oppongono alla nostra azione amministrativa cercano periodicamente di calunniarmi, per incrinare la mia credibilita'", Questa la replica del sindaco di Roma Ignazio Marino sul caso. "Nel frattempo - aggiunge il primo cittadino -, questa amministrazione, e io con lei, stiamo affrontando dossier strategici per dare sviluppo, lavoro, dignità e orgoglio a Roma, come merita. Altri pensano alle loro piccole convenienze, alle poltrone o ai personali interessi economici a scapito dei cittadini romani".
L'assessore difende il sindaco: "Vale per tutti" - "Non c'è nessun abuso. E' una prassi normale, si chiama amministrazione amica. In presenza di requisiti prima e dopo se qualcuno dimentica di fare il rinnovo del pass e viene elevata una contravvenzione, il cittadino può scrivere all'Agenzia della Mobilità o all'ufficio contravvenzioni per chiedere di agire in autotutela, evitando di fare il ricorso ed eliminando così le contravvenzioni elevate. Analogamente la pubblica amministrazione può procedere autonomamente, sanando la dimenticanza". L'assessore ai Trasporti di Roma Capitale, Guido Improta, difende il suo sindaco spiegando che non si è in presenza di alcuna anomalia: "Questo vale per tutti i cittadini. Il verbale viene sanato in autotutela. Gli uffici sono a disposizione per mostrare che questa cosa avviene normalmente".