L'inchiesta di "Fuori dal Coro" sulle assunzioni irregolari tra i marciapiedi di Tor di Quinto
Ogni mattina tra i marciapiedi di un viale di Tor di Quinto, a Roma, si apre il "mercato degli operai": decine di immigrati attendono, pazienti, di essere arruolati per lavorare in nero come manovali in qualche cantiere edile della Capitale. Munito di telecamera nascosta, l'inviato di "Fuori dal Coro" si finge un impresario in cerca di personale a basso costo e lì scopre come avviene il reclutamento. "Mi paghi la prima giornata, poi massimo una settimana sempre in nero", racconta uno di loro in attesa davanti agli "smorzi", grossi rivenditori di materiale edile. Non solo lavoratori africani: a ingaggiare gli operai dell'est Europa sono sempre di più gli stessi connazionali.
All'ingresso degli "smorzi", la divisione avviene anche per nazionalità: come racconta un testimone, dopo un litigio i gruppi di operai rumeni e moldavi attendono l'arruolamento separati ai due lati del viale. Tutti loro però sono accomunati dal metodo delle assunzioni senza contratto e, soprattutto senza tutele sul versante della sicurezza. "Ci usano come preservativi e poi basta", dice. Oltre a Tor di Quinto, il mercato irregolare degli smorzi sugli immigrati spunta anche in altri quartieri della Capitale come sul viale Palmiro Togliatti, nel quadrante est. Anche in questo caso i caporali stranieri stabiliscono di volta in volta chi può lavorare e a quanto vale la paga giornaliera.