NUOVO RINVIO A GIUDIZIO

Roma, incidente stradale mortale: a giudizio datore di lavoro, troppe ore al volante

Un colpo di sonno del guidatore ha fatto perdere la vita a un ragazzo. Ma la madre della vittima fa riaprire il caso: trasportatori obbligati al volante per 65 ore alla settimana

27 Mar 2022 - 08:20
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Diaz Wilmer, 44 anni di origine cubana, la mattina del 16 marzo 2018 sul Gra tra la Cassia e la Cassia bis a Roma, mentre era al volante di un furgone è stato vittima di un colpo di sonno. L'incidente che ne è conseguito ha causato la morte del suo collega, Umberto Perna. Wilmer sta patteggiando 8 mesi di condanna ma a far riaprire l'indagine è stata la madre di Perna. Ha denunciato che il datore di lavoro del figlio li obbligava a stare al volante anche 65 ore alla settimana, turni massacranti che sarebbero alla base di quel fatale colpo di sonno. Una tesi sposata dalla procura di Roma che ha deciso di rinviare a giudizio il datore di lavoro di Wilmer e Perna, l'imprenditore Fabio Diana.

Sarà il giudice a stabilire se i turni ai quali erano sottoposti i due dipendenti erano al di fuori dei limiti di legge. Diaz Wilmer e Umberto Perna lavoravano per una ditta romana di trasporto e consegna elettrodomestici. Il loro compito era ritirare dal magazzino di Pomezia la merce e ogni giorno consegnarla tra Lazio e Abruzzo.

"Uscivano alle 7 e tornavano a mezzanotte" - Raffaella Ciotola, madre di Umberto Perna, ha raccontato le giornate massacranti del figlio. Non esistevano né sabati né domeniche, la sera i dipendenti caricano i furgoni e la mattina alle 6:30 bisognava essere al parcheggio per partire con le consegne. E si torna a casa solo dopo l'ultima consegna e qualche volta questo ritorno arrivava a mezzanotte.

Non rispettato il riposo minimo - L'edizione romana del Corriere della Sera racconta anche quello che è successo la sera prima dell'incidente mortale. Il 15 marzo 2018 Umberto Perna torna tardi a casa: sono già le 23:30. Ma la mattina di venerdì 16 Umberto alle 6:30 è già di nuovo al suo posto di lavoro col suo collega, Wilmer. Sono passare 9 ore e mezza da quando ha staccato ma la legge prevede che ci sia almeno un intervallo di 11 ore tra un turno e l'altro. Diaz Wilmer, hanno poi accertato gli inquirenti, lavora almeno 65 ore alla settimana, 17 ore in più rispetto alle norme. E' Wilmer a mettersi per primo alla guida e tre ore dopo il fatale colpo di sonno sul Gra.

A tre anni di distanza Wilmer Diaz patteggia otto mesi per quell'incidente. Ma la madre di Umberto Perna chiede ulteriore giustizia. E non c'è solo la denuncia di una madre che ha perso il figlio. La procura ha raccolto anche quanto verbalizzato dall'ispettorato del lavoro durante un controllo nell'azienda di Fabio Diana. "Diversi trasportatori lavoravano 60 ore alla settimana nonostante avessero solo un contratto part-time. Anche Umberto Perna, assunto nel 2016, ha dichiarato di lavorare dalle 6:30 alle 19". Era l'8 marzo 2018, otto giorni dopo quell'ispezione Perna perdeva la vita per un colpo di sonno del suo collega.
 

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