Inflitti 21 anni di carcere dalla terza Corte d'Assise di Roma per concorso in omicidio. Al giovane otto anni comminati dal Tribunale dei Minori
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La sera del 18 settembre del 2014, nella zona di Torpignattara a Roma, istigò il figlio minorenne a picchiare, fino ad ucciderlo, un cittadino pakistano di 28 anni : l'uomo è stato ora condannato a 21 anni di carcere dalla terza Corte d'Assise di Roma per concorso in omicidio. Per la stessa vicenda il figlio era stato condannato a giugno ad otto anni dal Tribunale dei Minori.
"Picchialo...ammazzalo". Questo urlava Massimiliano Balducci, 41 anni. il padre del 17enne per istigare il figlio: un modo per "punire" quell'immigrato, Khan Muhammad Shahzad, che ubriaco infastidiva i passanti con urla e schiamazzi. Prima ancora, sempre dal balcone, lo aveva pesantemente insultato e gli aveva lanciato contro una bottiglia.
Ma non solo, quando il figlio ha massacrato ed ucciso l'immigrato con calci e pugni alla testa, lasciandolo a terra, ha minacciato i testimoni di tenere la bocca chiusa. E per giustificare quanto era avvenuto si era inventato che l'immigrato aveva sputato contro il figlio e questi si era difeso dandogli un solo pugno.
L'omicidio del pakistano, un senza fissa dimora ma regolare sul territorio italiano, avvenne in via Lodovico Pavoni, in un quartiere con una grande presenza di extracomunitari.
Il caso suscitò scalpore anche perché gli abitanti del quartiere organizzarono manifestazioni di solidarietà per il 17enne, nato e cresciuto a Torpignattara, che ricevette appoggio anche da molti giovani sui social network. "Non sei solo, siamo tutti con te" recitava uno striscione affisso all'epoca in strada e sul web qualcuno si spinse a commentare: "Hai fatto bene, fuori uno".