E' stata effettuata al Policlinico di Tor Vergata l'autopsia sul corpo di Okasana Martseniuk, brutalmente uccisa all'Eur domenica. Il suo assassino voleva fare a pezzi il corpo e nasconderlo
Sono stati resi noti i risultati dell'autopsia effettuata su Oksana Martseniuk, la 38enne ucraina uccisa domenica mattina all'Eur. La donna è stata colpita da almeno 40 coltellate, alcune di queste anche al volto. Gli esami effettuati al policlinico di Tor Vergata hanno però verificato che il killer ha decapitato la donna quando questa era già priva di vita. Sul corpo non sono state trovate tracce di stupro.
Per quanto il fatto che Oksana sia stata decapitato solo dopo essere morta e non sia stata uccisa in quel modo abbassi il livello di orrore di quanto accaduto, resta il fatto che la donna ucraina è stata massacrata, al punto che i medici hanno rilevato "un quadro lesivo impressionante".
Federico Leonelli si sarebbe accanito sulla vittima sferrando oltre 40 coltellate a pochi secondi di distanza l'una dall'altra. Alcune si sono sovrapposte. Durante l'autopsia sono stati effettuai i prelievi per gli esami tossicologici e per verificare se fosse stata oggetto di violenza sessuale: e non sono state trovate tracce di stupro.
Un altro elemento emerso è che Leonelli aveva intenzione di fare a pezzi il corpo della sua vittima e disfarsene. Secondo quanto si è ppreso, il killer aveva già pronti dei bustoni dell'immondizia per nascondere il cadavere.
FATALE UNA COLTELLATA AL CUORE - E' stata una coltellata al petto, che ha interessato un polmone ed il cuore, a provocare la morte di Oksana. Le maggior parte delle ferite da arma da taglio trovate sul cadavere, secondo quanto accertato dal medico legale, sono state provocate dal disperato tentativo di difesa della donna.
Leonelli avrebbe usato due coltelli, uno grande e uno piccolo. Il particolare l'ipotesi iniziale dell'uso di un grosso coltello, una sorta di mannaia, per decapitare la donna dopo averla uccisa e poi minacciare gli agenti di polizia che hanno reagito uccidendolo.
LA FAMIGLIA DI LEONELLI: "COLPA DEGLI PSICOFARMACI" - Gli psicofarmaci che Federico Leonelli assumeva potevano avere effetti allucinogeni e di ciò gli specialisti che lo avevano in cura lo avevo avvisato. Il particolare emerge dalle indagini che gli inquirenti della Procura di Roma stanno conducendo in merito all'omicidio della colf ucraina e al ferimento mortale di Leonelli. In queste ore la famiglia del killer sta raccogliendo tutto il materiale riguardante il percorso "farmacologico" intrapreso in questi anni da Leonelli e che verrà consegnato al pm Luigi Fede, titolare del procedimento. All'uomo in passato sarebbe stata diagnosticata una forma di schizofrenia che curava con una serie di farmaci. Nelle scorse settimane gli psichiatri che lo seguivano, e a confermarlo è l'avvocato Pina Tenga che assiste la sorella di Leonelli, avevano allertato l'uomo che il "protocollo farmacologico aveva un dosaggio troppo alto".