Il disabile rom cadde dalla finestra della sua abitazione il 25 luglio durante una perquisizione della Squadra mobile di Primavalle. Il capo della polizia: "Noi trasparenti"
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Nuovi dettagli emergono a Roma sul caso Omerovic, il 36enne rom, disabile, precipitato dalla finestra del suo appartamento, il 25 luglio, durante una perquisizione della polizia. Una chat infatti incastrerebbe i quattro agenti indagati per depistaggio. Nel messaggio scambiato tra due poliziotti viene evidenziata la necessità di redigere una relazione di servizio per "pararsi il c.. dall'onda di m...che quando arriva sommerge tutti". Un agente, Andrea Pellegrini, è stato invece arrestato mercoledì, con l'accusa di tortura.
Il messaggio era stato inviato da un ispettore in servizio presso la Squadra Mobile a una collega ispettrice del commissariato Primavalle, e fa parte delle prove inserite nelle 61 pagine dell'ordinanza cautelare, che mercoledì ha portato all'arresto del poliziotto coinvolto nel caso Omerovic.
Nel documento del Gip si afferma che i due ispettori poco prima del messaggio inviato via WhatsApp avevano avuto un colloquio telefonico durante il quale l'agente ha raccomandato il collega "di svolgere in modo accurato le indagini poiché le cose non stanno come hanno scritto gli operanti sottolineando anche l'insussistenza di valide ragioni che potessero giustificare, nel caso di specie, un accesso all'interno di una privata abitazione nei termini descritti".
Oltre all'arresto per tortura dell'agente Andrea Pellegrini, altri quattro poliziotti sono finiti nel registro degli indagati per le accuse di falso e depistaggio in relazione all'annotazione di servizio scritta dopo i fatti di via Gerolamo Aleandro nel quartiere Primavalle.
Il capo della polizia, Lamberto Giannini, interviene sul caso Omerovic. "È una vicenda grave, il primo sentimento è di rammarico per quello che è successo e la vicinanza alla famiglia: speriamo si possa riprendere", osserva Giannini. Ma, aggiunge il capo della polizia, "ci sono anche serenità e orgoglio per aver fatto quello che bisognava fare, per esserci messi a disposizione della procura" ricostruendo "il quadro che ha portato al provvedimento", l'arresto, con l'ipotesi di reato di tortura, dell'agente Andrea Pellegrini.
"Hasib sta meglio, ha iniziato a respirare da solo, mangia autonomamente e fa qualche passo. Non ha una coscienza piena e non gli è stato fatto riferimento all'accaduto. I familiari non fanno nessun accenno quando vanno a trovarlo". A riferirlo è Carlo Stasolla, dell'associazione 21 luglio, parlando delle condizioni del 36enne. "E' nel reparto riabilitazione ad alta intensità del Gemelli - continua Stasolla -. Siamo comunque ben lontani dalla possibilità di una sua testimonianza".