Quello di Andrea Pulone potrebbe essere il primo caso di legittima difesa previsto dalla nuova legge approvata dal governo
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"Sono sceso, mi sono trovato davanti tre individui uno aveva una spranga di ferro e io ho sparato". Ha la voce tremante Andrea Pulone, 29 anni, mentre racconta quello che gli è accaduto la sera del 26 aprile, quando ha sparato ad una banda di ladri che era entrata nel suo appartamento a Monte Rotondo, paese alle porte di Roma, ferendo gravemente un 16enne di origine albanese. Il suo potrebbe essere il primo caso di legittima difesa previsto dalla nuova legge approvata dal governo.
"Il mio primo pensiero è stato per la mia ragazza che si trovava in casa con me", spiega il giovane. "Non ho sparato contro di loro, mi hanno detto dopo che un ragazzo è rimasto ferito. Il vantaggio di avere una pistola con me è stato quello di ottenere un effetto dissuasivo. Non so quanti colpi ho sparato, so che avevo molta adrenalina e che in quel momento gli spari mi sembravano delle micce".
La procura ha aperto un'inchiesta. I carabinieri hanno sequestrato la pistola con cui l’uomo ha sparato, che al momento non risulta indagato, e stanno cercando di ricostruire la dinamica dei fatti . Presto sarà interrogato il sedicenne albanese ferito, ora in ospedale, anche per cercare di rintracciare gli altri componenti della banda ancora in fuga. Al giornalista che gli chiede se rifarebbe quello che ha fatto Pulone risponde: "Se non fossero entrati nella mia proprietà non sarebbe successo niente".
Disposta vigilanza per il proprietario di casa - Sarà disposto un servizio di vigilanza 24 ore su 24 per Pulone. Lo ha annunciato il procuratore capo di Tivoli, aggiungendo che gli inquirenti "sono alla ricerca dei complici" del ragazzo di origini albanesi colpito da un proiettile e ora in gravi condizioni.