Domenica l'uomo ha sparato all'impazzata contro un gruppo di persone durante una riunione di condominio, uccidendo sul colpo tre donne e ferendo altre persone tra cui Mafalda De Angelis
© Ansa
A Roma è salito a quattro il numero delle donne uccise da Claudio Campiti durante una riunione di condominio. Domenica l'uomo ha sparato all'impazzata uccidendo sul colpo Elisabetta Silenzi, 55 anni, Sabina Sperandio, 71 anni, e Nicoletta Golisano, 50 anni. Al triste bilancio si aggiunge il nome di Fabiana De Angelis, che era ricoverata in condizioni gravissime all'ospedale Sant'Andrea, dove restano ancora gli altri due feriti, Bruna Martelli e Silvio Paganini.
La quarta vittima di Roma - "Gli accertamenti diagnostici effettuati in queste ore hanno evidenziato un quadro clinico irreversibile. È stata dichiarata la morte cerebrale della paziente". E' quanto ha fatto sapere la direzione sanitaria dell'ospedale Sant'Andrea dove la De Angelis era ricoverata, esprimendo "il proprio sentito cordoglio alla famiglia".
Alla base del gesto antiche ruggini sulla casa - Domenica mattina Claudio Campiti, 57 anni, ha prelevato una pistola al poligono di tiro di Tor di Quinto, a Roma, senza restituirla, e si è diretto a Fidene, quartiere a nord della capitale, con l'intenzione di irrompere nel gazebo dove si stava svolgendo la riunione del Consorzio Valleverde, che gestisce il suo condominio. E' entrato nella sala e ha sparato 4-5 colpi. Alla base del folle gesto antiche ruggini tra lui e il Consorzio.
Prima del fermo, Campiti viveva nello scantinato di una palazzina che non era mai stata finita. Si lamentava per le condizioni in cui viveva, ma comunque aveva deciso di rimanere lì: probabilmente a causa delle difficoltà economiche che lo attanagliavano, aveva infatti perso il lavoro da qualche tempo. Sarebbe stato quindi questo il motivo che lo avrebbe spinto a compiere la strage, dopo aver rimuginato a lungo, rimasto imprigionato nel suo odio a seguito di anni di battaglie per la casa con il consiglio del Consorzio, anni di minacce, rate non pagate e infine l'avvertimeno estremo di pignorargli la casa. Un uomo solo e burbero, che dieci anni fa aveva visto morire il figlio per un incidente sugli sci, in Trentino, con un matrimonio fallito alle spalle e senza più un lavoro.
Domani l'udienza per la convalida di fermo - Intanto mercoledì mattina, alle 10, nel carcere di Regina Coeli, è in programma l'udienza di convalida del fermo per il 57enne. Si tratta del primo confronto con i magistrati dopo il raid di morte avvenuto a Fidene. Nei confronti dell'indagato il pm Giovanni Musarò contesta, tra gli altri, i reati di quadruplo omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi e il porto abusivo di arma.