"Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto".
Il presidente dell'Ordine del medici di Roma, Giuseppe Lavra, chiede alla Regione Lazio di revocare "l'atto iniquo" dell'assunzione di due medici sulla base di un concorso per non obiettori all'aborto. "Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza - spiega - ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto". La replica della Regione: "Al San Camillo sono state seguite procedure regolari".
"Soltanto ragioni superiori potrebbero consentire di superare il diritto fondamentale di invocare legittimamente l'obiezione di coscienza in determinate situazioni. Ma queste ragioni superiori non ci risulta esistano", rileva il presidente dei camici bianchi di Roma.
"Forzatura gestionale e amministrativa" - "Non risulta - aggiunge Lavra - che i servizi di Ivg (Interruzione volontaria di gravidanza) non siano mai stati assicurati nell'azienda Sanitaria pubblica. Inoltre, qualora si verificassero difficoltà ad assicurare il servizio si avrebbero numerosi strumenti normativi di carattere flessibile, che, utilizzati, potrebbero tranquillamente superare tali ipotetiche difficoltà". Per Lavra si tratta di una "forzatura gestionale e amministrativa, conculcando un diritto inalienabile, che allarma chi ha il dovere di tutelare la professione medica nei suoi aspetti fondamentali della bioetica e della deontologia che sono ad esclusiva garanzia della comunità sociale".
"Zingaretti mal consigliato" - "Nutro rispetto per la figura istituzionale del presidente Nicola Zingaretti, verso il quale ho una mia personale opinione positiva, ma temo che in questa occasione possa essere stato mal consigliato.
Regione Lazio: "Procedure regolari" - Non si è fatta attendere la replica della Regione Lazio. "Le procedure avviate oltre un anno fa - si legge in una nota - per completare l'organico dei servizi dedicati alle prestazioni assistenziali relative all'applicazione della legge 194 presso il Centro di Riferimento Regionale dell'Ospedale San Camillo, non contengono alcuna forma di iniquità poiché non vi è nel testo del decreto alcun accenno o riferimenti, tra i requisiti previsti, all'obiezione di coscienza. C'è invece una specifica indicazione delle funzioni da svolgere per le prestazioni assistenziali legate all'erogazione del servizio. Meraviglia pertanto che l'Ordine dei Medici di Roma non conosca i contenuti di atti che risalgono al mese di giugno 2015 pubblicati sul Bollettino Ufficiale".