L'INCHIESTA SULL'EX MINISTRO

Scajola, sequestrate le carte segrete

Giallo sull'esistenza di un conto corrente aperto presso la Camera da cui sarebbero stati effettuati pagamenti a Amedeo Matacena

12 Mag 2014 - 20:17
 © ansa

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Erano tra i suoi studi di Roma, quelli di Imperia e la lussuosa villa ligure di Diano Calderina i fascicoli segreti di Claudio Scajola. L'archivio dell'ex ministro è stato messo sotto sequestro dagli investigatori della Dia su ordine dei pm di Reggio Calabria. Intanto è giallo sull'esistenza di un conto corrente aperto presso la Camera da cui sarebbero stati effettuati pagamenti a Amedeo Matacena.

Si tratta di materiale fondamentale nell'inchiesta che ha portato all'arresto di Scajola e di chi ha protetto la latitanza dell'ex deputato di Forza Italia condannato per complicità con la 'ndrangheta, spiega il "Corriere della Sera". Oltre agli archivi, nel mirino degli investigatori ci sono anche molti movimenti di soldi, con i quali si sta cercando di ricostruire i flussi finanziari che avrebbero permesso all'ex ministro di mettere in atto il suo "programma criminoso", come lo hanno definito i giudici.

La richiesta di cattura di Scajola emessa del procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, dal sostituto Giuseppe Lombardo e dal pm nazionale antimafia Francesco Curcio, viene motivata con la "gravità politica del comportamento penalmente rilevante" dello stesso Scajola: particolarmente pesante viene giudicata la relazione di questo comportamento con il "concorso esterno in associazione di tipo mafioso posto in essere da Matacena".

Scajola, dicono i magistrati, conservava migliaia di documenti secondo un metodo definito "maniacale" dagli investigatori. Carte che riguardano politici, imprenditori e molti altri personaggi. E che documentano affari, viaggi, richieste di interventi, raccomandazioni. Nell'ambito di un'inchiesta sul porto di Imperia, i magistrati locali avevano portato via materiale riservato dell'epoca in cui Scajola era ministro dell'Interno. La settimana scorsa invece è stato portato via l'intero archivio. E poi, anche nell'abitazione a Sanremo della Fiordelisi, la Dia ha trovato molti altri documenti relativi all'inchiesta.

Soldi a Matacena attraverso un conto presso la Camera? - Fondamentali nella richiesta d'arresto sono i "riscontri economico-finanziari" che secondo i pm sostengono e motivano l'ipotesi accusatoria. Da una telefonata (risalente al 5 febbraio) intercettata tra Chiara Rizzo e l'ex ministro Scajola, emerge che parte dei pagamenti in favore di Amedeo Matacena, latitante a Dubai, avvenivano attraverso un conto corrente aperto presso la tesoreria della Camera dei deputati, la quale però smentisce. "Non c'è alcun conto corrente gestito dalla Tesoreria della Camera che sia intestato a singoli deputati o ex deputati", si legge in una nota. "I c/c - si precisa - sono utilizzati esclusivamente per l'attività istituzionale".

Il colloquio telefonico in cui si parla del pagamento - Nel corso del colloquio telefonico Scajola dice alla Rizzo "se lo sente solamente (ndr. Amedeo), lei risponde di sì. Claudio domanda se Amedeo ha un conto corrente presso la tesoreria della Camera, lei risponde di sì, che è aperto il conto in quanto l'ultima volta ha pagato versando ad Amedeo là. Claudio dice che è perfetto in quanto risolveranno tutto in questo modo se lui ha una comunicazione alla Camera... Chiara interrompe dicendo che la comunicazione l'aveva già fatta e avevano fatto la doppia firma con lei. Claudio dice di portargli qualcosa di documentazione che attesti questo che risolverà lui, lei risponde che gli darà tutto quello che trova venerdì. Claudio continua dicendo che se non trova niente deve farsi fare la carta tramite mail direttamente da Amedeo con firma autenticata".

Dda: "Scajola funzionale a panorama criminale" - Scajola "è membro di rilievo" di una rete di relazioni, di cui è "depositario" Amedeo Matacena, e "diviene funzionale nel complessivo panorama criminale proprio in quanto interlocutore istituzionale proiettato verso una candidatura di rilievo alle prossime elezioni europee". Lo sostiene la Dda di Reggio Calabria. La "reazione scomposta" dell'ex ministro alla mancata candidatura alle Europee, sottolineano ancora i pm della Dda, "è la migliore conferma del particolare interesse, non solo personale, verso quell'ambito politico sovranazionale, particolarmente appetibile per le ricadute economiche che è in grado di garantire".

"Matacena interfaccia per espansione 'ndrangheta" - Amedeo Matacena è "tra i pochi soggetti a rivestire un ruolo ben piu' significativo di quello del mero concorrente esterno, essendo diventato nel corso degli anni la stabile interfaccia della 'ndrangheta, nel processo di espansione dell'organizzazione criminale, a favore di ambiti decisionali di altissimo livello", affermano i pm della Dda di Reggio Calabria in un'integrazione alla richiesta di emissione dell'ordinanza di custodia cautelare.

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