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Secondo Edward von Freymann, il ragazzo che guidava l'auto, condannato a 8 anni, "è giovane e ancora immaturo. Spero che un giorno prenderà coscienza di cosa è successo"
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"Mia figlia mi manca ogni istante della mia vita. Mi sento e mi sentirò sempre mutilato". Lo ha affermato Edward von Freymann, padre di Gaia, una delle ragazze vittime dell'incidente stradale di Corso Francia, a Roma, per cui è stato condannato a 8 anni Pietro Genovese. Il ragazzo che guidava l'auto, ha aggiunto il padre di Gaia, "è giovane e ancora immaturo. Non ha dimostrato pentimento, ma spero che un giorno prenderà coscienza di cosa è successo".
In un'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, il padre di Gaia ha raccontato che, "nelle settimane successive all'incidente, all'enorme dolore" per la morte della figlia "si è aggiunta una sofferenza indicibile, dovuta alla pubblicazione di notizie surreali sul suo conto. E' stato detto che era avventata, che lei e Camilla si erano tuffate sotto l'auto in una zona senza strisce pedonali, con il semaforo rosso, scavalcando il guard-rail. Ho sempre saputo che era tutto falso. Io ho avuto un incidente gravissimo in moto e oggi vivo su una sedia a rotelle. Mia figlia era terrorizzata dalle auto. Perfino esagerata nella sua prudenza".
L'uomo si è detto quindi soddisfatto dalla ricostruzione dei fatti della sentenza: "Volevo soprattutto che a Gaia e Camilla non fossero addossate responsabilità che non avevano. Il fatto è oggettivamente gravissimo. Ma è impossibile quantificare in termini di pena la vita spezzata di due sedicenni. Per me era importante che si ricostruisse la verità".
Rispetto agli atti del processo "sono rimasto allibito osservando i video delle auto che sfrecciavano su corso Francia prima dell'incidente". Per la famiglia è in arrivo un indennizzo economico: "Mia figlia continuerà a vivere nelle vite dei tanti ragazzi che aiuteremo: abbiamo un progetto, ancora in via di definizione, molto ambizioso".