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Tra le ipotesi allo studio del Viminale per far fronte al problema dei rifugiati sgomberati è quello di utilizzare i beni confiscati alle mafie e alla criminalità organizzata per alloggiarli. La questione verrà affrontata nel corso di un tavolo tecnico convocato per oggi al ministero dell'Interno. Punto fermo resta comunque la necessità di effettuare gli sgomberi solo una volta individuata la ricollocazione dei migranti.
Il vertice arriva a pochi giorni dai fatti di piazza Indipendenza, dove centinaia di eritrei ed etiopi sono stati cacciati dal palazzo di via Curtatone che occupavano da anni, e ora sono per strada senza alternative.
Gli sgomberi solo con ricollocazione certa - Per il ministero degli Interni un punto resta fermo: i prossimi sgomberi verranno effettuati con una necessaria ricollocazione dei migranti. Non è ancora deciso, invece, quando la circolare Minniti, che deve ancora essere messa a punto, verrà emanata.
Verrà poi confermato che l'impiego della forza pubblica va definito "secondo criteri di priorità che, fermo restando la tutela dei nuclei familiari in situazioni di disagio economico e sociale tengono conto della situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica negli ambiti territoriali interessati, dei possibili rischi per l'incolumità e la salute pubblica, dei diritti dei soggetti proprietari degli immobili, nonché dei livelli assistenziali che devono essere in ogni caso garantiti agli aventi diritto dalle regioni e dagli enti locali".
La destra critica l'iniziativa del ministero - L'ipotesi Minniti, però, incassa anche critiche. Da Forza Italia, Maurizio Gasparri incita a non "abbassare la guardia su immigrazione e sgomberi" e Renato Schifani bolla come "inaccettabile l'idea di dare case popolari a chi occupa abusivamente". "La sinistra perde il pelo ma non il vizio": "governo e Pd premiano i criminali", accusa la Lega. "Allucinante e fuori dal mondo, lo Stato toglie i beni alla mafia per consegnarli nelle mani della mafia delle occupazioni abusive. Di mafia in mafia", dice il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.
Ma il patrimonio tolto alle mafie è sottoutilizzato - Ma l'idea di utilizzare meglio il patrimonio sottratto alle mafie, ancora sottoutilizzato, trova sponde. I dati dell'Agenzia dei beni confiscati, fermi al 2015, parlano di 17mila beni, di cui 9mila assegnati. Di recente la Cgil ha aggiornato la stima a 20mila. Lo stesso Minniti a giugno, parlando in Antimafia, disse che serve un'Agenzia nuova e più efficace per non disperdere questo patrimonio: un passaggio affidato alla riforma del Codice antimafia, che pende alla Camera. Rafforzare l'utilizzo di questo canale può senz'altro allargare il numero di edifici disponibili.