Secondo la Procura di Lecce, gli imprenditori pagavano per i favori ricevuti e gli avvocati svolgevano il ruolo di intermediari e facilitatori
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Ricevevano soldi e diamanti in cambio di sentenze a favore di imprenditori sotto processo. Per questo la Procura ha disposto l'arresto nei confronti di due ex magistrati di Trani, Antonio Savasta e Michele Nardi, ora in servizio al Tribunale di Roma. Le accuse sono di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso per fatti commessi tra il 2014 e il 2018 quando erano in servizio in Puglia.
Gli imprenditori, avrebbe accertato la Procura di Lecce, pagavano per i favori ricevuti e gli avvocati avrebbero svolto il ruolo di intermediari e facilitatori. L'ispettore di polizia arrestato, Vincenzo Di Chiaro, si sarebbe invece messo "al servizio dell'imprenditore coratino D'Introno (tra gli indagati, ndr) - a quanto viene riferito - quale momento indispensabile di collegamento con il magistrato Savasta per il complessivo inquinamento dell'attività investigativa e processuale da quest'ultimo posta in essere".
Savasta incontrò a Palazzo Chigi l'allora sottosegretario Lotti - Dalle carte emerge che per far ottenere un incarico a Roma al magistrato tranese Antonio Savasta, all'epoca dei fatti sottoposto a diversi procedimenti penali e alla richiesta di trasferimento d'ufficio, l'imprenditore fiorentino Luigi D'Agostino gli procurò un incontro a Palazzo Chigi con l'allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti. Questo incontro, che Savasta sollecitò a D'Agostino tramite l'avvocato Ruggiero Sfrecola, avvenne il 17 giugno 2015.
All'epoca Savasta indagava su D'Agostino per un giro di presunte fatture false. Per questo fatto, Savasta, Sfrecola e D'Agostino sono indagati per corruzione in atti giudiziari. Tutti e tre parteciparono all'incontro con Lotti. D'Agostino - come emerso da un'inchiesta della procura di Firenze - era in rapporti d'affari con Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo.