BATTESIMO DI FUOCO PER LETTA

Spari a Palazzo Chigi, 16 anni a Preiti che si scusa con Giangrande

"Vorrei avere io le sue sofferenze", dice il condannato in aula. La figlia del carabiniere ferito: "Siamo soddisfatti"

21 Gen 2014 - 18:16
 © ansa

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Luigi Preiti è stato condannato a 16 anni di reclusione per tentato omicidio plurimo, porto e detenzione di arma clandestina. La decisione è stata presa dal gup, Filippo Steidl, mentre i pm avevano chiesto 18 anni. Una perizia psichiatrica lo ha dichiarato capace di intendere e di volere al momento dell'accaduto. Il 28 aprile, giorno di insediamento del governo Letta, Preiti fece fuoco davanti a Palazzo Chigi, colpendo due carabinieri.

Preiti: "Chiedo scusa ai carabinieri" - "Chiedo scusa ai carabinieri feriti, ai loro familiari, alla mia famiglia. Se potessi ancora oggi mi sostituirei al carabiniere Giangrande e mi farei carico della sua sofferenza". Così Luigi Preiti in una dichiarazione spontanea prima di essere condannato.

La figlia di Giangrande soddisfatta - "Siamo davvero soddisfatti di questa sentenza, sono venuta qui a Roma a sentire con le mie orecchie cosa sarebbe accaduto. Tra poco lo dirò a mio padre, che è a Prato, visto che per il momento non sono riuscita a sentirlo". Questo il commento a caldo di Martina Giangrande, figlia del brigadiere Giuseppe Giangrande.

I legali di Preiti: "Prepariamo l'appello" - "Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza; certo è che faremo appello perché c'è tanto che non quadra". Così gli avvocati Raimondo Paparatti e Maurizio Danielli, difensori di Luigi Preiti, hanno commentato la condanna del loro assistito. "Ci pare di aver notato che il giudice non abbia riconosciuto quelle attenuanti generiche che la stessa procura aveva chiesto - hanno aggiunto i due penalisti -. Se ne avesse tenuto conto, staremmo qui a parlare di una riduzione ulteriore di pena. Il giudice poi non ha evidentemente tenuto conto della nostra consulenza tecnica nella quale si è sottolineato come Preiti fosse affetto da una forte depressione e che questa patologia aveva inciso sulla sua volontà".

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