Il provvedimento restrittivo è giunto in carcere all'uomo che presenta numerosi alias. Nell'operazione di polizia coinvolti anche altri tre nordafricani irregolari
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C'è anche il "libico" da due giorni nel carcere di San Vittore a Milano con l'accusa di aver violentato una 44enne in ascensore, a Segrate (Milano), nella notte del 21 dicembre, tra i quattro nordafricani individuati dalla polizia come gli autori di una decina di rapine a mano armata commesse tra Milano e Monza, dal 29 dicembre al 10 gennaio. L'uomo, raggiunto dal nuovo provvedimento restrittivo, presenta numerosi alias. I tre complici, irregolari trentenni, sono stati arrestati mentre si trovavano nel centro cittadino di Monza.
La vicenda dell'uomo dalle molteplici identità - E' questa, dunque, la vicenda criminale di un uomo con una serie di alias, individuato dalla magistratura milanese come Hamza Sara, 31 anni e originario della Libia, e per quella monzese come Atoub Garrad, 27 anni e nato in Marocco.
Bloccato dal pm Rosaria Stagnaro lo scorso 12 gennaio per violenza sessuale, ora si è visto convalidare il fermo e disporre la misura cautelare del carcere dal gip Roberto Crepaldi che, nel suo provvedimento, ha sottolineato la sua "inclinazione a fare uso della violenza per raggiungere un minimo, o comunque del tutto sproporzionato alla sua brutalità, lucro personale".
Inclinazione per cui il pm di Monza Michela Versinni, il 17 gennaio, ha firmato un decreto di fermo nei confronti dell'uomo senza sapere, per via del nome diverso, che era già in cella.
Il provvedimento, dopo una serie di verifiche, gli è stato consegnato a San Vittore il giorno dopo. Le accuse sono rapina, lesioni e sequestro di persona in concorso con altre due persone.
Tra i vari episodi contestati c'è quello del 29 dicembre, quando lui e i suoi amici hanno trascinato fuori da un'auto due ragazze e non solo le hanno rapinate delle borse e dei cellulari ma anche della stessa macchina. Il 10 gennaio, poi, per rapinare un uomo e impossessarsi pure della sua autovettura, lo hanno colpito in testa con il calcio della pistola e al fianco destro con un calcio. E sempre lo stesso giorno, a un distributore di benzina, hanno preso di mira un settantenne: spogliato dei suoi averi e della sua automobile, minacciandolo con l'arma, lo hanno costretto a mettersi al volante perché nessuno dei tre era in grado di guidare la vettura per via del cambio automatico.
Ora spetterà al gip Lidia Castellucci decidere sulla convalida del fermo e su una nuova misura in carcere.