"Ha pulito tutto ciò che aveva usato. Poi sono andata al Pronto Soccorso" ricorda a "Quarto Grado" Stefania Loizzi, la donna che ha denunciato Ubaldo Manuali. "Portava con se i santini e voleva sempre scattare fotografie"
"Schifo e rabbia" sono ciò che prova Stefania Loizzi, la prima "vittima" del netturbino Ubaldo Manuali che a Roma ha drogato e poi stuprato almeno tre donne. "Si vantava molto dell'essere bello e di avere tante donne, ma io gli ho sempre detto che non mi interessava - esordisce nell'intervista esclusiva rilasciata a "Quarto Grado" - Per me era un no, evidentemente lui non l'ha accettato e ha premeditato il tutto".
Alle telecamere del programma di Rete 4, Stefania Loizzi ripercorre le tappe della vicenda, dalla nascita della loro amicizia alla notte dello stupro, avvenuto la notte del 16 gennaio. "Ho conosciuto Ubaldo tramite social, però prima di accettare l'amicizia ho chiesto conferma a un'altra persona. Mi sono fidata ed è iniziata un'amicizia, lo sentivo per telefono ed è sempre stata una persona precisa, finché abbiamo cominciato a uscire". La ex banconista di una gelateria prosegue il suo racconto portando alla luce diversi dettagli di Ubaldo Manuali, come i santini che portava sempre con sè e il suo desiderio di voler sempre scattare fotografie. "Quando uscivamo gli ho sempre detto di non volerne, invece poi sono venuta a conoscenza di tante foto mie, anche di quella notte".
"La notte tra domenica e lunedì mi chiamò dicendomi che sarebbe venuto a casa mia e che avrebbe portato lui la cena - ricorda la donna, che in quel periodo aveva subito un intervento a un braccio e stava vivendo il lutto per la perdita della madre -. Mentre stavo cuocendo le patate mi porta un bicchiere per brindare. Dissi che non c'era nulla da brindare, ma dopo un sorso io non ricordo più niente". E senza nascondere la sofferenza per quanto riportato alla mente, va avanti nella ricostruzione dei fatti: "Mi sono svegliata con un peso addosso e una mano in faccia. Era lui, con i pantaloni sbottonati. Gli ho chiesto che cosa ci facesse nel mio letto e mi rispose che ero stata male e che non se l'era sentita di andarsene. Gli ho detto "vattene", poi io sono crollata di nuovo".
"Sono andata dal mio dottore che mi ha mandato subito al Pronto Soccorso di Villa San Pietro. Mi hanno fatto subito gli esami, tutti gli accertamenti ed è uscita la droga dello stupro". E ancora: "Ha bivaccato a casa e si è portato via tutto, ha pulito tutto ciò che aveva usato per togliere le tracce".
Nell'intervista a "Quarto Grado", Stefania Loizzi aggiunge: "Secondo me lui si nascondeva dietro il perbenismo e il bell'aspetto, adescando così le donne. Lui si presentava anche come poliziotto, come il Keanu Reeves della situazione"