I Tuccio, moglie, marito e due bimbi, sono stati uccisi nel sonno dalla struttura della chiesa che era stata sistemata con i fondi del sisma de L'Aquila e che è finita sul loro tetto
E' finora tra le vittime più piccole del terremoto che ha devastato il Centro Italia: Riccardo, 8 mesi, è stato ritrovato senza vita nel lettone dei genitori, Andrea, 35 anni, e Graziella, 32. Anche loro non ci sono più. Come non cìè più suo fratello Stefano, 7 anni, che dormiva nella sua cameretta. Una famiglia normale, come tante, che viveva ad Accumoli, fino alle 3.36 di quella maledetta notte che l'ha spazzata via in una manciata di secondi. Su loro quattro, infatti, sorprendendoli nel sonno, è caduto il campanile della chiesa, che era stato restaurato di recente con i fondi del sisma aquilano. E non ha lasciato loro scampo.
L'accusa dei familiari Ad Accumoli ora resta solo lo strazio di parenti e amici, che stentano ancora a credere a questa crudele fatalità. "La loro casa e il loro solaio avrebbe retto alla scossa - non fanno che ripetere. - Sono morti per quel campanile".
La difesa del sindaco All'accusa lanciata dai familiari della giovane coppia, risponde il sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci. "Non c'è stata imperizia" nel restauro del campanile nella chiesa che è crollato per il sisma sterminando la famiglia Tuccio. E' fermo su questa posizione il primo cittadino, che risponde alle domande dei giornalisti. "La morte di una famiglia intera è un dramma, i figli erano cresciuti con i miei - ha detto commosso -, ma non strumentalizziamo. Un campanile di otto metri anche restaurato da poco con il terremoto è lecito che crolli. Non abbiamo fatto noi i lavori, ma non c'è stata imperizia".