La donna, una detenuta tedesca, nel settembre del 2018 prese i figli dal nido di Rebibbia e li scaraventò giù dalla tromba delle scale
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Il pm Eleonora Fini ha chiesto l'assoluzione, per vizio totale di mente, di Alice Sebesta, la detenuta 33enne che il 18 settembre 2018 uccise i suoi due figli nel carcere di Rebibbia, a Roma. La donna, che scaraventò giù dalla tromba delle scale la bimba di 6 mesi e il maschietto di 2 anni, era già stata dichiarata "totalmente incapace di intendere ma sufficientemente in grado di volere". Nell'ambito del processo è previsto un rinvio a prossima udienza.
Lo psichiatra Fabrizio Iecher in aula dovrà presentare la relazione in merito all'attuale stato di salute della donna, e sul suo grado attuale di pericolosità sociale. Era stato lo stesso Iecher che all'esito dei suoi accertamenti medici legali, stabilì che la detenuta, di origini tedesche, fosse affetta da "un disturbo schizoaffettivo di tipo bipolare" e al momento dei fatti "era totalmente incapace di intendere ma sufficientemente in grado di volere".
La vicenda - I fatti risalgono al 18 settembre 2018 quando la donna aspettò che le altre detenute si mettessero in fila per il pranzo, si avvicinò alle scale della sezione nido del carcere romano di Rebibbia e scaraventò giù dalla tromba delle scale i suoi due figli: la bimba di 6 mesi morì sul colpo, il maschietto di poco più di due anni spirò qualche giorno dopo.