Le esequie nella frazione di Tecchiena, dove il 20enne abitava con la famiglia
Ultimo saluto a Emanuele Morganti, il 20enne pestato a morte dal branco ad Alatri. Le esequie si tengono nella chiesa di Tecchiena, una frazione del piccolo centro del Frusinate. Il vescovo: "Quella che si è abbattuta su Emanuele è stata una ferocia disumana, barbara e spietata, ma non si può rispondere alla violenza con la violenza, no alla vendetta". La madre: "Morto per la cattiveria umana".
"Nessuno muore mai completamente. Rimarrai sempre dentro di noi", uno dei tanti striscioni apparsi a Tecchiena. "Il perdono lasciamolo a Dio... per Emanuele solo giustizia", si legge su un altro striscione.
La madre di Emanuele: "Grazie per le vostre lacrime, le mie non sarebbero bastate" - "Ringrazio tutti voi per ogni vostra lacrima, perché le mie non sarebbero bastate. Dio non ha chiamato Emanuele perché era cattivo, l'ha solo ricevuto dalla cattiveria degli uomini, Dio l'ha accolto". Così la madre di Emanuele durante il funerale.
"Emanuele era un angioletto, ma che dico, era un caciarone pieno di vita che ci faceva sentire vivi - ha proseguito la madre -. A nome suo chiedo un applauso a chi è in chiesa e chi è fuori, è il nostro grazie insieme alla richiesta di ricordare Emanuele nelle nostre preghiere e di salvare i nostri ragazzi dalle inquietudini".
La sorella: "Responsabili abbiano un nome" - E' stata poi la volta della sorella di Emanuele, Melissa: "Sei venuto in un momento complicato per la nostra vita, ci hai portato il sorriso e asciugavi le mie lacrime quando piangevo e ciò che siamo stati non sarà mai portato via dagli assassini. Quando ho scelto il tuo nome ho pensato al suo significato, speranza e amore. Adesso venga fatta giustizia e chi ti ha portato via abbia un nome. Grazie amore mio per aver reso speciale il nostro viaggio fino a qui".
Gli amici: "Emanuele morto da innocente" - Nella chiesa gremita, gli amici del giovane indossavano una maglietta bianca con sopra una foto stampata di Emanuele: il feretro è bianco, hanno spiegato, così come i palloncini all'esterno della chiesa "perché Emanuele è morto da innocente".
Il vescovo: "Violenza genera violenza, no alla vendetta" - Durante le esequie il vescovo di Anagni-Alatri, mons. Lorenzo Loppa, ha richiamato i presenti a non cedere alla vendetta: "Le esequie di Emanuele ci interpellano sulla nostra capacità di amare. Ecco chi vince la morte: è l'amore. Noi dobbiamo passare dal sentimento di vendetta a uno di misericordia e di responsabilità. C'è un solo modo per far finire la violenza: è non rispondere con la violenza. Perché la violenza prospera sulla violenza".