Il ministro Alfano alla Camera: "Nessuna trattativa con gli ultrà". San Paolo chiuso per due giornate. Indagati Genny 'a carogna e il tifoso Massimiliano Mantice. Figc, Palazzi: "Non emerge nessuna trattativa"
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"E' infondato che il dispositivo di sicurezza abbia avuto lacune con l'impegno di 1486 uomini. La polizia ha dovuto sedare la reazione dei supporter partenopei, convinti che responsabili del ferimento di Ciro Esposito fossero stato le forze dell'ordine". Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, lo ha detto alla Camera, sottolineando che "a fatica è stata riportata la calma".
Sul fronte delle indagini, l'impianto accusatorio della Procura di Roma ha sostanzialmente retto al passaggio degli interrogatori di garanzia. Per tre degli arrestati il gip ha convalidato gli arresti disponendo il carcere per Daniele De Santis, l'ultrà della Roma ritenuto la persona che ha sparato e ferito gravemente Ciro Esposito, che invece torna libero, anche se ricoverato all'ospedale Gemelli. Obbligo di firma per Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, gli altri due tifosi napoletani arrestati.
Per De Santis resta l'accusa di tentato omicidio: è l'uomo, secondo gli inquirenti, che ha fatto fuoco con la Beretta ferendo i tifosi azzurri. Conferme sul ruolo svolto da De Santis nei violenti scontri a due passi da Ponte Milivio sono arrivate anche dal ministro degli Interni, Angelino Alfano, che ha riferito in Aula su quanto avvenuto. Nei suoi confronti "sono comunque emersi - ha detto il capo del Viminale - evidenti elementi di responsabilità per il ferimento dei tre supporter napoletani".
Il ministro ha ribadito, inoltre, che sono in atto "ulteriori rilievi per l'uso dell'arma da fuoco a seguito del risultato non dirimente della prova stub" e per capire l'eventuale ruolo dei tre con i caschi integrali che un testimone ha visto fuggire. Per ora viene esclusa da questura e procura la presenza sulla scena dei fatti di una seconda pistola, come invece affermato da un testimone alla stampa.
La Procura, comunque, incassa un primo risultato al termine della giornata di interrogatori di garanzia. Per circa un'ora a Regina Coeli il gip Giacomo Ebner ha interrogato De Santis e Alfonso Esposito. Il primo ha confermato di non avere utilizzato la pistola per ferire i napoletani. "Non ho sparato io ma non sono nelle condizioni fisiche di poter ricordare cosa è accaduto", ha detto l'ex ultrà della Roma, vittima di un pestaggio. Dal canto suo Alfonso Esposito, che è stato raggiunto da un proiettile al dito di una mano, ha spiegato al magistrato di "non aver visto chi ha sparato. Ho sentito lo scoppio di alcune bombe carta e di fumogeni e mi sono avvicinato a quel luogo da dove provenivano, ma sono stato subito ferito".
Il gip si è poi trasferito, per completare gli interrogatori, all'ospedale Gemelli. Lì ha constatato le condizione gravi in cui ancora versa Ciro Esposito. In serata il magistrato ha sciolto la riserva sulle misure cautelari, rimettendo in libertà il tifoso. "Vince la giustizia e Ciro vincerà la sua partita", hanno commentato i legali del 31enne, dedicando questa "bella notizia alla mamma di Ciro".
Figc, Palazzi: "Non emerge alcuna trattativa" - "Da giurista posso solo dire che l'analisi della motivazione della decisione del giudice sportivo non consente la conclusione che ci sia stata una trattativa". Lo ha detto il capo della procura della Federcalcio, Stefano Palazzi, commentando alcune interpretazioni sulla sentenza del giudice Tosel sulla finale di Coppa Italia.
Indagati Gennaro 'a carogna e Massimiliano Mantice - Il capo ultrà del Napoli, Gennaro De Tommaso, detto 'a carogna, e il tifoso Massimiliano Mantice sono indagati a Roma per violazione della legge sullo "scavalcamento e invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive". De Tommaso anche per violazione delle norme su "striscioni o cartelli incitanti la violenza o recanti ingiurie o minacce" per la maglietta 'Speziale libero'.
Napoli, due gare a porte chiuse - Per il Napoli si prospettano due gare al San Paolo a porte chiuse in seguito agli atteggiamenti dei suoi tifosi, per la Fiorentina invece la curva Fiesole resterà chiusa per un turno (ma con condizionale) per i cori anti Vesuvio. La decisione è stata presa dal giudice sportivo della Lega di serie A.