Sarebbe stata lei, membro della discussa commissione economica per la revisione economica, a organizzare il party.
Il suo nome sarebbe stato fatto dal presidente della prefettura stessa, il cardinale Giuseppe Versaldi che, respingendo qualsiasi responsabilità, ha svelato la delusione di Bergoglio: "Papa Francesco non è rimasto contento, per usare un eufemismo".
La Chaouqui, tuttavia, smentisce a sua volta di essere l'organizzatrice dell'evento che ha così fatto arrabbiare il pontefice. "Non ho chiamato nessuna azienda, non ho gestito nè parterre nè inviti. Ha organizzato tutto la Prefettura", ha dichiarato al settimanale l'Espresso, che pubblica alcune missive.
E su Twitter si difende con una serie di post: "Oggi sono in tutte le edicole. Con le solite bugie. Sorrido e aspetto. Vediamo quando passerà". E ancora: "Io avanti per la mia strada al fianco di @Pontifex_it" (il profilo Twitter del Papa, ndr). "Guerra santa contro il buffet dei vip 18mila euro per sedie e panini".
Di certo, a quel party, lei c'era. Tanto che, proprio quel giorno, ha pubblicato sul suo profilo Facebook una foto: "Io non ho invitato nessuno, ho accolto chi mi ha chiesto di assistere alla cerimonia", si legge in uno dei commenti al post.
Gli invitati - Sulla terrazza della prefettura, con la Chaouqui, c'erano tante persone, tra cui molti vip. Tra gli altri, l'imprenditore vicino al premier Renzi, Marco Carrai, il presidente dello Ior, Ernst Von Freyberg, il responsabile delle relazioni esterne di Eni, Leonardo Bellodi, Bruno Vespa, Maria Latella, Antonio Preziosi e altri ancora.
Coinvolti degli sponsor? - Papa Francesco vuole sapere tutto di quella festa. Chi ha organizzato e, soprattutto, chi ha pagato. Il cardinal Versaldi ha così contattato diverse aziende: "Egregio, Le sarei grato se potesse darmi qualche riscontro sia circa le persone eventualmente presentatesi a lei sia circa l'importo richiesto e a quale scopo specifico. Come Lei può intendere, si tratta di un fatto grave in cui la Prefettura da me presieduta è stata coinvolta a sua insaputa e in cui l'immagine della Santa Sede risulta compromessa".
Si parla di un contributo parecchio oneroso, fino a 18mila euro. E di inviti con tanto di stemma del Vaticano contraffatto. Un "giallo" che, secondo alcune fonti, avrebbe così deluso Papa Francesco da portarlo alle lacrime.