L'eredità nascosta di uno zio deceduto nel 2000. Per le autorità non vale nulla, ma la donna ingaggia dei legali
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Trova cento milioni delle vecchie lire nella casa dello zio defunto nel 2000 ma le banconote, trascorsi più di dieci anni dalla conversione in euro, sono ormai carta straccia. Come riporta il Messaggero, il fatto è accaduto a Viterbo e la protagonista è una 42enne precaria, che contava su quei soldi. Ma alla felicità per il ritrovamento del "tesoro" è seguita la delusione. Perché la Banca d'Italia ha fatto sapere che quell'eredità nascosta non vale nulla.
La 42enne, residente a Pesaro, dove lavora da precaria in un call center, non si dà per vinta ed ha incaricato gli avvocati di Agitalia, un'associazione che si occupa della riscossione dei libretti bancari e postali antichi. Per i legali la partita è tutt'altro che chiusa. Secondo Banca d'Italia i dieci anni per il cambio di valuta dall'entrata in vigore dell'euro sono trascorsi e non c'è più nulla da fare, per i legali della donna invece il termine è scaduto, in astratto. Perché in realtà il termine (tecnicamente il dies a quo) per la signora Moretti decorrerebbe da quando la stessa ha rinvenuto le banconote e, quindi, si è trovata giuridicamente nella condizione di potere richiedere il cambio in euro.
Una partita ancora aperta. Che, se vinta, potrebbe dare un po' di sollievo alla vita difficile della donna. "Lo zio Antonio - spiega Claudia - è morto nel 2000 a ottantuno anni. Da allora non avevamo mai sospettato dell'esistenza di quei soldi. Zio amava gli oggetti d'antiquariato, quell'appartamento vicino alle mura storiche della città era pieno zeppo di mobili antichi, quadri, libri, scaffali, anche se tutto stipato in pochi metri quadrati. All'inizio di quest'anno, con mio padre, ci siamo decisi a liberarlo per avviare dei lavori di ristrutturazione. E aprendo un mobile che conteneva fra l'altro un vecchio grammofono, ci siamo imbattuti in quella cassetta grigia di metallo, che si poteva aprire con una chiavetta. Dentro, la sorpresa".