sui social il video dell'aggressione

Lecce, brutale pestaggio contro minore invalido al 100%: individuati i membri della baby gang

L'aggressione, avvenuta alla stazione di Galatina, è stata ripresa dagli stessi autori e diffusa sui social. "Ho cercato la madre di uno dei bulli, ma mi ha cacciato", ha riferito agli inquirenti la mamma della vittima

19 Apr 2025 - 21:32

"Ho cercato la madre di uno di loro, mi ha cacciato". Prima di denunciare il violento pestaggio che il figlio 15enne e invalido aveva subito, la madre della vittima aveva tentato un approccio con la famiglia di uno dei bulli che ha firmato la spedizione punitiva alla stazione di Galatina, nel Salento, poi diffusa via social. Intanto, sono stati tutti individuati i membri della baby gang autori dell'aggressione. Hanno tutti un'età compresa tra i 15 e i 17 anni. L'ipotesi di reato è lesioni personali aggravate dalla minore età e dall'aver agito con crudeltà.

La vittima ora ha paura

 "Mio figlio sta male. Ha paura e non vuole uscire da casa. Ha paura di incontrare ancora una volta i suoi aggressori per strada", aveva raccontato la madre della vittima a La Repubblica. "Perché questi ragazzi - si chiede la donna - si sono accaniti contro mio figlio che ha problemi di salute molto seri? Provo solo tanta rabbia per loro”. Il 15enne picchiato, infatti, è diabetico e invalido al 100%. Di origini tunisine, la sua famiglia, vive in Salento da anni.

E dopo l'aggressione, quando la donna si è presentata a casa di uno dei bulli, lei stessa ha ricevuto un trattamento umiliante. "Mi è stato detto di andarmene - ricorda - senza comprendere la gravità del gesto del figlio. Come possono mai crescere in ambienti sereni ed educativi ragazzi del genere?".

Le indagini

 L'indagine che ha portato all'identificazione del branco è stata coordinata dal procuratore del Tribunale per i Minorenni di Lecce, Simona Filoni. Per tutta la notte - a quanto si apprende - gli investigatori del locale commissariato e della sezione di polizia giudiziaria della procura per i minorenni di Lecce sono stati impegnati nell'ascolto di testimoni, in perquisizioni e sequestri.

Nel corso delle perquisizioni domiciliari a carico dei primi sei minori identificati quali presunti autori materiali del pestaggio sono state rinvenute e sequestrate due pistole giocattolo prive del tappo rosso. Le indagini stanno cercando anche di far luce sull'eventuale movente dell'aggressione, anche attraverso l'analisi del telefono cellulare della vittima. Gli aggressori stessi avevano postato il video del pestaggio sui social per poi cancellarlo.

Le reazioni politiche

 "Colpisce, tra i molti elementi sconcertanti di quella che sembra essere a tutti gli effetti una spedizione punitiva, il fatto che l'aggressione sia stata filmata e diffusa sui social network, così come l'assoluta noncuranza degli aggressori verso i dispositivi di sorveglianza presenti all'interno dei locali in cui si è consumata la violenza, quasi a denotare indifferenza e sfida nei confronti della prospettiva di essere identificati e perseguiti dalla giustizia". Ha commentato così la vicenda l'assessora regionale alla Legalità Viviana Matrangola.

"Alla vittima e ai suoi familiari va la piena vicinanza della Regione Puglia - ha aggiunto Matrangola - Ma la solidarietà delle istituzioni non basta. Negli ultimi mesi, gli episodi di violenza giovanile sembrano assumere connotati sempre più preoccupanti che non possiamo ignorare. Il problema, ancora una volta, ha una radice culturale che dobbiamo affrontare alla base, con azioni di cultura del rispetto e della legalità che possano penetrare profondamente nel tessuto sociale e familiare e nelle scuole".

"Da alcune settimane siamo in dialogo con le Prefetture della regione per studiare il fenomeno delle violenze giovanili e delle 'baby gang' con più dettaglio, in modo da costruire interventi di prevenzione e di contrasto con l'aiuto delle istituzioni e delle reti di animazione sociale presenti sui territori affinché episodi di questo tipo non accadano mai più. Davanti a violenze come questa - ha concluso - non possiamo rimanere indifferenti. Bisogna richiamare alla responsabilità tutte le figure educative, dai genitori agli insegnanti".

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