Gli attivisti hanno organizzato una campagna social e una manifestazione alla quale hanno invitato il ministro per il Sud Lezzi affinché porti la documentazione che provi che lo stop non sia possibile
© lapresse
Dopo il via libera del governo ai lavori per il gasdotto che approderà sulle coste salentine, il Movimento No Tap, che si oppone alla realizzazione dell'infrastruttura a San Foca di Melendugno (Lecce), ha avviato sui social una campagna in cui chiede le dimissioni di tutti gli esponenti del M5s eletti in Salento. Dopo aver fatto della battaglia contro il Tap il tema "madre" della campagna elettorale, gli eletti sono ora accusati di aver cambiato idea.
A Melendugno è stata organizzata un'assemblea pubblica degli attivisti davanti alla Torre di San Foca, nel punto in cui approderà il terminale del metanodotto, e una manifestazione di protesta indetta dal movimento. I "No Tap" hanno invitato a partecipare alla manifestazione anche il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, chiamata a portare la documentazione che attesta l'esistenza delle penali da pagare nel caso in cui il gasdotto venisse bloccato dal governo.
"Chiederemo davanti a un luogo simbolo della nostra lotta - dice Gianluca Maggiore leader "No Tap "- le dimissioni di chi, davanti a quella Torre, ha speculato per un pugno di voti, gridando falsità".
Tre parlamentari M5s contro Conte: "Anche lui sbaglia" - Intanto salgono le tensioni interne al M5s sul tema della costruzione del gasdotto. I parlamentari del Movimento Lello Ciampolillo, Saverio De Bonis e Sara Cunial hanno infatti criticato il premier Giuseppe Conte per l'annuncio di presunte penali nel caso in cui venisse bloccato il progetto. "Anche Conte sbaglia. Non ci possono essere penali o costi a carico dello Stato, semplicemente perché non esiste alcun contratto tra Stato e Tap", hanno affermato.
Di Maio: "Non ci sono alternative alla realizzazione" - "Non ci sono alternative alla realizzazione della Tap, alla luce del fatto che ci sono penali per quasi venti miliardi di euro". Lo dice il vice premier Luigi Di Maio, sottolineando che, prima di diventare ministro, "al M5s non hanno mai fatto leggere alcunché". "E quando quelli che sono andati a braccetto con le peggiori lobby di questo Paese parlavano di Tap l'unica cosa che ci dicevano - ha aggiunto - è che eravamo nemici del progresso. Non ci hanno mai detto che c'erano penali da pagare".
Calenda: "Non esiste una penale, Di Maio fa una sceneggiata" - "Di Maio si sta comportando da imbroglione, come su Ilva. Non esiste una penale perché non c'è un contratto (fra lo Stato e l'azienda Tap, ndr) ma, in caso, una eventuale richiesta di risarcimento danni" da parte dell'impresa "visto che sono stati fatti investimenti a fronte di un' autorizzazione legale". Lo ha affermato l'ex ministro del Mise Carlo Calenda a proposito delle dichiarazioni di Di Maio su penali da 20 miliardi in caso di mancata realizzazione della Tap. "Di Maio sta facendo una sceneggiata e sta prendendo in giro gli elettori ai quali ha detto una cosa che non poteva mantenere", ha aggiunto Calenda.