La sentenza contro l'ex primo cittadino non fa sconti: cinque anni per omicidio e disastro colposo e falso e risarcimento di 4,5 milioni alle famiglie delle vittime della catastrofe del 2011
"Non possono essere i sindaci, soli, a pagare per tutto". E' l'amarezza espressa, in un'intervista a La Repubblica, dall'ex sindaco di Genova Marta Vincenzi, condannata a cinque anni per omicidio e disastro colposo e falso e a risarcire in solido con gli altri imputati 4,5 milioni alle famiglie delle vittime dell'alluvione del 2011. Per questo a Vincenzi è arrivata la richiesta di pignoramento della casa. "La sentenza dice che coloro che sono stati condannati devono anche rimborsare le parti civili. Non la discuto - afferma, - le sentenze vanno applicate, ma la ritengo ingiusta e ricorrerò in appello".
"Il processo mi è servito per rifare 500 volte i passi di quei giorni, e in coscienza io non mi sento colpevole, non potevo fare diversamente da quanto ho fatto allora. Sotto il profilo economico, inoltre, non può non intervenire il Comune, c'è un'assicurazione che io stessa avevo confermato e che copre sino a 6 milioni di euro. Ma al di là di me, resta tutto il problema della responsabilità di un sindaco, che dev'essere meglio definita".
Vincenzi aggiunge che c'è "un'ottantina di sindaci alle prese con processi del genere. E allora diciamolo: quando si viene definiti come autorità di Protezione Civile, cosa si intende?". Se arriverà l'ufficiale giudiziario "lo farò entrare e gli offrirò un caffè; anche il suo non è un lavoro facile. Io sono nata povera, il resto va e viene, sto comunque meglio di come stavo", conclude.