Il cadavere in putrefazione dell'81enne era nascosto sotto il letto del fermato. A scoprirlo è stata la mamma, insospettita dall'odore
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Ha cambiato versione Pierluigi Bonfiglio, il tossicodipendente 35enne, fermato a Genova per l'omicidio della vicina di casa, l'81enne Anna Carla Arecco. Il corpo dell'anziana era stato nascosto per tre giorni sotto il letto del giovane, che in un primo momento ha confessato. Poi però ha ritrattato, accusando del delitto un pusher. A scoprire il cadavere è stata la madre dell'uomo, dopo aver avvertito l'odore nauseabondo che proveniva dalla camera del figlio.
"Venerdì sera - ha detto Bonfiglio - sono salito in casa della signora con un pusher. Mi sono fatto aprire la porta con una scusa. Lo spacciatore l'ha portata in casa mia e io sono rimasto nel suo appartamento per rubare perché dovevo pagarmi la droga. E' stato lui a ucciderla con una spranga di ferro. Io non avevo intenzione di ucciderla".
Bonfiglio ha detto di avere preso 30-40 euro e tre anelli. "Uno l'ho dato al pusher e gli altri due li ho rivenduti a un compra oro di via Balbi. Dopo che lo spacciatore ha ucciso la mia vicina l'ho nascosta sotto il letto, non sapevo cosa fare. Ho cercato di ripulire in fretta per non far trovare le tracce di sangue a mia madre al suo ritorno a casa".
La confessione dopo il fermo - Poco prima, durante l'interrogatorio, aveva ammesso di essere stato lui a compiere il delitto: "Ho perso la testa perché ero sotto l'effetto di stupefacenti e avevo bisogno di soldi per la cocaina", aveva detto ai militari. "Ho attirato la donna in casa con un pretesto e poi l'ho colpita alla testa con un oggetto cilindrico che forse poi ho buttato via".
Gli investigatori stanno vagliando il racconto di Bonfiglio e sono alla ricerca dell'arma del delitto. Si cercano anche le chiavi di casa della vittima. Secondo gli inquirenti sarebbero sparite e qualcuno sarebbe tornato nell'appartamento dell'anziana a cercare qualcosa nei giorni successivi, visto che sono stati trovati i mobili spostati.