Il probabile commissario straordinario per ricostruzione promette "impegno, grande dedizione e una costruzione rapida salvaguardando il patrimonio culturale e logistico di Genova"
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"Otto mesi mi sembrano francamente pochi" per la ricostruzione del ponte Morandi di Genova. Lo ha detto Claudio Andrea Gemme, in procinto di essere nominato commissario straordinario per la gestione del dopo-crollo del viadotto. "Cosa prometto? Impegno, grande dedizione e una costruzione rapida salvaguardando il patrimonio culturale e logistico della città. Quando avrò il progetto in mano mi esprimerò", ha aggiunto il manager di Fincantieri.
"Dobbiamo cercare di capire esattamente come sarà l'evoluzione del dossier e io non ho idea delle tempistiche in questo momento", ha sottolineato Gemme. "Il decreto l'ho letto e riletto, cercherò di capire quali sono i processi migliori per semplificare le attività. Dobbiamo dar vita a un percorso veloce", ha proseguito.
Codacons: "Nomina Gemme a rischio ricorsi" - Contro la nomina di Gemme a commissario straordinario si è espresso però il Codacons, paventando il pericolo di un annullamento da parte dell'Autorità anticorruzione o di ricorsi in tribunale da parte di aziende concorrenti a Fincantieri, con conseguenti ritardi sui tempi della ricostruzione del viadotto.
Gemme: "Mie dimissioni già sul tavolo di Fincantieri" - Su un ipotetico conflitto di interessi, Gemme ha fatto sapere che le sue dimissioni dal management di Fincantieri "sono già sul tavolo. Così quando arriverà la nomina saranno immediatamente esecutive".
"La prima cosa è fare una buona squadra - ha detto ancora -, un team di persone che andranno selezionate adeguatamente". La scelta della squadra, ha quindi spiegato Gemme "spetterà al sottoscritto e alle componenti del governo. Poi bisognerà esaminare il progetto e vedere quale sarà dal punto di vista realizzativo la costruzione più opportuna e poi appianare le opere".
Toti: "Bene Gemme ma non avrà vita facile" - La scelta di Gemme come commissario per la ricostruzione a Genova è "un segnale di attenzione verso la città" secondo il presidente della Liguria Giovanni Toti, convinto tuttavia che chiunque assumerà quel ruolo "non avrà vita facile" a causa del decreto che "inibisce molti" dei percorsi per la ricostruzione che sarebbero più pratici.