Alessia Mendes aveva denunciato più volte il marito per maltrattamenti e lesioni
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Botte e insulti subiti per anni. Ma dopo l'ennesima violenza, nel 2017 Alessia Mendes, ballerina brasiliana di 40 anni, uccise a Genova il marito Alessio Rossi con 12 coltellate. La donna è stata assolta. Per il giudice, infatti, quei dodici fendenti furono legittima difesa. Dalle indagini era emerso che Rossi era stato denunciato 2 volte per maltrattamenti e lesioni.
La procura aveva invece chiesto la condanna a 16 anni. "Dobbiamo leggere la motivazione, ma è molto probabile che impugneremo la sentenza. Anche perché occorre valutare se ci sono gli estremi per la legittima difesa", ha detto il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi dopo l'assoluzione. "La legittima difesa - ha sottolineato Cozzi - deve essere attuale. E non basta avere subito maltrattamenti per giustificare un delitto. La vicenda poi non è così lineare, visto che la vittima è stata uccisa con 12 coltellate".
Soddisfatto il legale della donna - "Ho creduto sin da subito nell'innocenza della mia assistita - ha detto l'avvocato Rachele De Stefanis - e fondamentale è stata la Bpa, la Bloodstain Pattern Analisys. Abbiamo ricostruito la scena del crimine tramite l'analisi delle tracce di sangue. La scena parla e quello che dice spesso è oggettivo. Io credo sia la prima volta che a Genova venga usata una consulenza di questo tipo".
Il marito era stato già denunciato per maltrattamenti - Rossi, era emerso dalle indagini condotte dagli uomini della squadra mobile, era stato denunciato e indagato due volte per maltrattamenti e lesioni nei confronti della donna. Per una prima vicenda era già stato rinviato a giudizio, mentre per il secondo caso le indagini erano ancora in corso. Episodi tutti avvenuti nell'ultimo anno prima del delitto.
Quel pomeriggio del 2017, i due litigarono per l'ultima volta. Ma la donna quel giorno impugnò un coltello da cucina e colpì il marito. Rossi provò a scappare, ma si accasciò sul pianerottolo del condominio. La ballerina si barricò in casa minacciando di suicidarsi. Una poliziotta riuscì a parlarle e a farla desistere. Da quel giorno la ballerina è in carcere ma per una condanna, nel frattempo diventata definitiva, per alcuni grammi di droga che le vennero trovati prima dell'omicidio.