Secondo i tecnici del Mit, inoltre, sono state "celate informazioni necessarie alla vigilanza", e le procedure di sicurezza sono ancora oggi "inadatte a prevenire crolli"
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Le misure adottate da Autostrade per il viadotto Polcevera a Genova "erano inappropriate e insufficienti considerata la gravità del problema". Lo scrive la Commissione ispettiva del ministero dei Trasporti nella relazione sul crollo del ponte. Nel report si sottolinea che Autostrade per l'Italia "era in grado di cogliere qualitativamente l'evoluzione temporale dei problemi di ammaloramento, ma con enormi incertezze".
Questa evoluzione, prosegue il rapporto, "già da anni restituiva un quadro preoccupante, e incognito quantitativamente, per quanto concerne la sicurezza strutturale rispetto al crollo". La valutazione di sicurezza del viadotto, però, secondo i tecnici del ministero non è mai stata eseguita: "Doveva essere conclusa entro il 31 marzo 2013 - prosegue il testo -. La Commissione ha chiesto ad Aspi questo documento, ma non lo ha ricevuto. Ha appreso che, contrariamente a quanto affermato nella comunicazione del 23 giugno 2017 della società, tale documento non esiste, non essendo stata eseguita la valutazione di sicurezza del viadotto Polcevera".
Inoltre, secondo il report, nel progetto esecutivo di Autostrade per la manutenzione del ponte Morandi sono contenuti "valori del tutto inaccettabili, cui doveva seguire, ai sensi delle norme tecniche vigenti, un provvedimento di messa in sicurezza improcrastinabile". Dalle risultanze delle "informazioni a disposizione di questa Commissione non fu invece assunto alcun provvedimento con tali caratteristiche". Ma la commissione sottolinea che "di tale informazione di evidente enorme importanza non era a conoscenza" la dirigenza di Autostrade per l'Italia.
La Commissione rileva quindi che la vigilanza da parte del ministero non è stata possibile "a causa delle omissioni da parte di Autostrade per l'Italia dei segnali di criticità rilevati sull'infrastruttura". L'accusa rivolta dal rapporto ad Autostrade è quindi quella di aver impedito la corretta vigilanza secondo "un normale principio di leale collaborazione" poiché il concessionario ha "minimizzato o celato elementi conoscitivi indispensabili". In sostanza, il ministero non ha potuto vigilare perché Autostrade per l'Italia non ha segnalato le criticità.
Il rapporto, poi, sottolinea come "la procedura di sicurezza strutturale" di Autostrade "è stata in passato ed è tuttora inadatta al fine di prevenire i crolli e del tutto insufficiente per la stima della sicurezza nei confronti del collasso". E questa procedura inadatta "era applicata al viadotto Polcevera ed è ancora applicata all'intera rete" in concessione ad Autostrade per l'Italia. La quale, oltretutto, risulta "incapace di gestire le problematiche connesse all'invecchiamento delle opere affidategli dalle Convenzione".
In conclusione, per quanto riguarda il crollo del ponte Morandi,"si ritiene più verosimile che la causa prima non debba ricercarsi tanto nella rottura di uno o più stralli, quanto in quella di uno dei restanti elementi strutturali (travi di bordo degli impalcati tampone o impalcati a cassone) la cui sopravvivenza era condizionata dall'avanzato stato di corrosione presente negli elementi strutturali".
Autostrade: da Commissione mere ipotesi, tutte da verificare - "Le responsabilità ipotizzate dalla Commissione" ispettiva del Mit "a carico di Autostrade per l'Italia non possono che ritenersi mere ipotesi ancora integralmente da verificare e da dimostrare, considerando peraltro che il comportamento della Concessionaria è stato sempre pienamente rispettoso della legge e totalmente trasparente nei confronti del Concedente". Lo afferma Autostrade in una nota in relazione ai contenuti della relazione della Commissione ispettiva del Mit.
"Documento sulla sicurezza non era obbligatorio" - "Rispetto alla contestata assenza del documento sulla valutazione della sicurezza", Autostrade per l'Italia chiarisce che "tale documento è prescritto soltanto per infrastrutture situate nelle zone sismiche 1 e 2, mentre non è prescritto nelle zone 3 e 4 al cui interno è collocato il Ponte Morandi". Autostrade precisa anche che "la comunicazione inviata dalla società al Ministero il 23 giugno 2017, citata dalla relazione come addebito omissivo, aveva tutt'altro oggetto riguardando i criteri di monitoraggio e non la valutazione della sicurezza".
"Controlli conformi a legge, mai rilievi Mit" - "Sono integralmente rigettate" da Autostrade per l'Italia "le contestazioni sull'inadeguatezza delle procedure di controllo da sempre applicate, attraverso il contratto di convenzione con SPEA attivo dal 1985". Afferma ancora Autostrade per l'Italia. "Il sistema di controllo, sottoposto all'esame del Concedente ancora nel 2017, è totalmente conforme con gli obblighi di legge e - sottolinea - non è mai stato oggetto di alcun rilievo da parte del Concedente".