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In merito al crollo del Ponte Morandi, che causò 43 vittime il 14 agosto 2918, c'è un nuovo documento che entra nel fascicolo del processo. Si tratta di una mail del 2016 nella quale venivano indicate le parole da non usare nei report sui viadotti controllati da Spea (la società controllata di Aspi che si occupava della sorveglianza) e che, secondo l'accusa, dimostrerebbe la prassi di "edulcorare" il reale stato delle infrastrutture. In particolare nella mail si dice di non usare le espressioni "non ispezionabili", "non accessibili" e "calcestruzzo in distacco".