Il sindaco del paese ligure ha tentato di far riaprire la scuola del Paese ma il provveditorato fa sapere che l'integrazione in una classe così piccola non è possibile
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Sei dei sette alunni dell'unica classe delle elementari di Pietrabruna sono stranieri ma la scuola resta sospesa perché "è alquanto impossibile che possano integrarsi". Succede a Pietrabruna nell'Imperiese dove, tra metà e fine luglio sono arrivate due famiglie profughi ucraini con tre bambini di 6 e 7 anni. Per il sindaco Massimo Rosso sarebbe stata l'opportunità per riaprire la scuola ma il provveditorato non è stato dello stesso avviso e la scuola pertanto rimarrà sospesa per assenza di alunni sufficienti.
"Ho scritto al provveditore, informando che avremmo avuto questi tre bambini, che arrivano da una zona di guerra - ha detto -. Ho anche fatto presente, che iscriverli a San
Lorenzo al mare, in una classe di venti alunni, avrebbe potuto comportare un ulteriore stress per chi ha già dovuto subire il trauma della guerra. Non ho mai ricevuto risposta scritta a questa lettera, ma in compenso la dirigente scolastica mi ha comunicato per telefono, che la scuola sarebbe rimasta chiusa, perché l'integrazione tra tre ragazzini del Maghreb, altrettanti bambini ucraini e un italiano era alquanto impossibile".
"L'anno prima - spiega il sindaco - abbiamo aperto lo stesso con sette alunni anche se la norme dice che devono essere 'almeno otto'. Inoltre, non credo che l'integrazione possa avvenire meglio in una classe con un insegnante ogni venti alunni, rispetto alla nostra in cui la proporzione è di uno a sette". Per il primo cittadino c'è anche un altro problema. "Le due famiglie ucraine non hanno reddito, quindi, se i bambini dovessero studiare in un altro Comune, dovremmo pagare i buoni pasto, ma non ci sono i soldi a bilancio. Fossero rimasti a Pietrabruna, avrebbero potuto rincasare per pranzo, visto che abitano a venti metri dalla scuola".