Secondo Luciano Paci, l'ex ambasciatrice non avrebbe espresso nessun segno di ravvedimento dopo che aveva affermato che la senatrice a vita piangesse "solo i bambini ebrei", infischiandosene dei bambini palestinesi
Liliana Segre ha deciso di querelare Elena Basile. La decisione è stata annunciata dal figlio Luciano Paci, dopo la replica dell'ex ambasciatrice alla richiesta di chiarimenti per l'attacco sferrato contro la senatrice che sarebbe tormentata "solo dal pensiero dei bambini ebrei" dimenticando la causa palestinese nel Giorno della Memoria. "Ci ha risposto nella notte, una risposta vergognosa in cui dà la colpa ai giornali che hanno travisato" e che secondo lei "dovrebbero rettificare", ha affermato Paci. "Prendiamo atto della sua risposta e procediamo con la querela", ha aggiunto. A stretto giro è arrivata la controreplica di Elena Basile che ha sottolineato come "le querele alimentino il clima di odio e di antisemitismo".
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"Martedì notte mi sono pervenute due mail da Elena Basile, in risposta alla mia mail di contestazione di ieri mattina", ha osservato in un comunicato Luciano Belli Paci, evidenziando che Basile "sostiene che il pensiero di Liliana Segre sarebbe stato travisato da non meglio precisati articoli di stampa, a seguito dei quali sarebbe nato il suo video, e che dunque la senatrice dovrebbe chiedere a quei giornali che l'hanno fraintesa, e non a lei, di rettificare". L'ex ambasciatrice, inoltre, "si dichiara felice di apprendere che la senatrice Segre ha a cuore la morte dei bambini di tutte le nazionalita' e gruppi etnici" e "si dice spiacente se il video ha ferito Liliana Segre".
Rispondendo alla Basile, il figlio della senatrice a vita ha precisato "che i travisamenti del pensiero di Liliana Segre da parte della stampa non risultano" e "che prendiamo atto del fatto che non ritiene di assumersi le sue responsabilità per le affermazioni diffamatorie ed ingiuriose contenute sia nel video sia nell'intervista pubblicata dal giornale online (Il Giornale d'Italia, ndr)" e "del fatto che non ritiene di adottare le misure riparatorie suggerite". Pertanto Liliana Segre ha dato incarico al suo penalista di fiducia, l'avvocato Vincenzo Saponara di Milano, "di procedere a norma di legge nei suoi confronti".
A stretto giro di posta è arrivata la controreplica dell'ex ambasciatrice Elena Basile, che ha dichiarato: "Mi dispiace perché la senatrice col suo nome e la sua determinazione potrebbe contribuire al bene comune e a contrastare i doppi standard. Le denunce e le querele alimentano il clima d'odio e di antisemitismo". "Sono molto stupita - ha poi proseguito la Basile -. Nel messaggio esprimevo rispetto alla senatrice per l'opera di testimonianza resa sulla sua esperienza atroce sotto il nazismo e ribadivo che il video era una reazione addolorata a un'intervista propagandistica che manipola il pensiero della senatrice a fini politici".
"Le querele per nuocermi finanziariamente non sono adatte a imbavagliare un'ex ambasciatrice che per le sue posizioni ha rinunciato agli incarichi di prestigio e strapagati che la maggioranza dei diplomatici in pensione si vedono attribuiti". "E' questo quanto ho scritto al figlio e alla Senatrice - ha spiegato ancora -. Non è un bel momento per la democrazia e la libertà di pensiero. E' il terzo linciaggio che la stampa cosiddetta progressista e democratica mi fa subire".