Tanti ricoveri, e ogni volta che veniva dimessa si riprometteva di smettere: "Sono stanca dei medici". Ma poi ci ricadeva. L'appello del fratello: "Le fashion blogger diano il buon esempio per prime"
Quando è arrivata in ospedale le sue condizioni erano già gravissime. Giovedì, nel reparto pediatria di Lodi dove era ricoverata, Giulia Scaffidi è entrata in coma alle 5 del mattino. Sette ore dopo è morta. Avrebbe compiuto 18 anni tra un mese. Soffriva di anoressia da tre anni, negli ultimi mesi era arrivata a pesare 26 chili. "Ma lei si vedeva perfetta così - dice il fratello - voleva fare la modella".
"Si truccava ogni giorno - racconta Tony al Corriere della Sera - usava creme per il viso e smalti per far risaltare quella bellezza che, dal suo punto di vista, aveva finalmente raggiunto". Lui, art director e make-up artist nella moda, conosce bene quel mondo in cui sua sorella voleva a tutti i costi entrare costringendosi a diete sempre più pesanti fino a finire in un buco nero che ti risucchia.
Per questo fa un appello affinché la tragedia di sorella non si ripeta ancora: "Le fashion blogger diano l’esempio per prime, evitino di accostare il raggiungimento della forma perfetta ai sacrifici alimentari. Si è belle anche con qualche chilo in più. Io sono pronto a dare una mano se serve. A mostrare le foto di come era diventata Giulia perché altre ragazze non cadano più in quest’errore".
Quattro anni fa era morto il papà ma nonostante il dolore secondo mamma Elena non sarebbe stata quella la causa della malattia di Gulia. Lei era ossessionata dal corpo, "non mangiava nulla, beveva solo acqua bollente, saliva e scendeva le scale di casa in piena notte per tenersi in forma".
Collassi e ricoveri, tanti, e ogni volta che veniva dimessa si riprometteva di smettere, "sono stanca dei medici", diceva. Ma poi ci ricadeva, sempre. Fino all'ultimo, quello nell'ospedale di Lodi, dal quale non è uscita mai più.