Gli inquirenti gli contestano di aver reagito con violenza eccessiva. L'avvocato difensore: "Voleva solo tutelare la sua famiglia"
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La Procura di Lodi ha chiuso le indagini su Mario Cattaneo, l'oste di Casaletto Lodigiano che all'alba del 10 marzo durante una colluttazione con dei ladri uccise uno di loro, un romeno di 32 anni. Il pubblico ministero, Laura Siani, non contesta più l'ipotesi di omicidio volontario, ma l'eccesso colposo di legittima difesa.
La dinamica - Il ristoratore 67enne aveva trovato la porta della sua osteria chiusa dall’interno, bloccata da un mobile e una corda di nylon. Cattaneo ha raccontato di averla sfondata per introdursi nel locale armato di fucile da caccia. Il colpo sarebbe partito accidentalmente durante la colluttazione con uno dei malviventi che, nel tentativo di disarmarlo, aveva afferrato la canna della doppietta.
I difensori non si arrendono - Gli inquirenti gli contestano di aver reagito con violenza sproporzionata rispetto alla minaccia da fronteggiare. Una tesi subito contestata da uno dei difensori dell’oste, Mario Stochino, che ha annunciato la presentazione di una memoria difensiva o una richiesta di interrogatorio. Secondo l’avvocato del ristoratore, la dinamica ricostruita dai carabinieri del Ris coincide con quella descritta dall’indagato e rientra nel quadro previsto dalla legge per i casi di legittima difesa. Secondo la ricostruzione del legale, l’uomo avrebbe impugnato l’arma solo per tutelare se stesso e la sua famiglia, non con l’intenzione di fare fuoco.