Gli inquirenti hanno scandagliato la vita social dell'aggressore che dal carcere dice: "Mi spiace, ero arrabbiato"
Ismail Tommaso Hosni, il 20enne che giovedì sera ha accoltellato due militari e un agente della Polfer alla stazione Centrale di Milano, è indagato per terrorismo internazionale. Il fascicolo è stato aperto dai pm di Milano per condurre accertamenti sul profilo Facebook del giovane e su un'eventuale rete di contatti con personaggi nella galassia dell'Isis.
Hosni: "Mi spiace, ero arrabbiato" - "Mi dispiace per quello che è successo, ero arrabbiato", avrebbe detto Ismail al suo legale, l'avvocato Giuseppina Regina, che è andata a trovarlo a San Vittore. Con lo sguardo basso, continuava a ripetere: "Nessuno mi ha aiutato". Il difensore chiederà al gip che disponga una perizia psichiatrica.
Due i filoni di inchiesta - L'apertura del fascicolo, affidato ai pm dell'antiterrorismo di Milano Alberto Nobili e Alessandro Gobbis, si è resa necessaria condurre una serie di verifiche sulla possibile rete di contatti del giovane e accertare eventuali legami con personaggi nella galassia dell'Isis, ma anche svolgere approfondimenti sul profilo Facebook. L'indagine per tentato omicidio è invece condotta dal pm Maura Ripamonti.
Resta in piedi l'accusa di tentato omicidio - Per l'accoltellamento dei due militari e dell'agente resta a carico di Hosni l'accusa di tentato omicidio (e non di attentato con finalità terroristiche, come sarebbe stato, invece, se si fosse ipotizzato un atto terroristico). Accusa di tentato omicidio per la quale il pm di turno Maura Ripamonti ha chiesto la convalida dell'arresto e la misura cautelare in carcere. L'interrogatorio davanti al gip è previsto tra domenica e lunedì.
L'indagine parallela che ipotizza il reato di terrorismo internazionale è invece scattata dopo i primi accertamenti degli inquirenti sulla pagina Facebook che potrebbe essere attribuibile al giovane. Il profilo "Ismail Hosni", dove sono stati postati alcuni video inneggianti allo Stato Islamico, è stato poi oscurato.
Migliorano le condizioni del militare ferito - "Fabrizio adesso sta bene. È un ragazzo forte. E' stato lui stesso ad avvisarmi al telefono dell'aggressione". Lo ha detto il padre di uno dei due militari dell'esercito ferito in Stazione Centrale, parlando brevemente con i cronisti fuori dal reparto di chirurgia dell'Ospedale Sacco, dove il giovane è ricoverato a causa delle quattro ferite riportate: due al torace, una al collo e una più lieve al braccio. "Fabrizio è un ragazzo forte e deciso. E' sempre stato fissato per la divisa, la sua era una vocazione fin da bambino. È molto prestante fisicamente: è alto 1 metro e 80 e ha sempre fatto sport. Sono molto orgoglioso di lui" ha detto il padre, arrivato a Milano insieme ad altri familiari dalla provincia di Roma.
Il "furgone-casa" di Hosni multato 357 volte Il furgone nel quale dormiva Tommaso Ben Yousef Hosni Ismail era ben noto alla Polizia locale di Milano perché dal 2014 a oggi ha preso 357 multe. Principalmente per violazione dell'Area C e della ztl in zona Paolo Sarpi, la stessa dove vivrebbe il reale proprietario, un cinese che ha residenza ufficiale nella via in zona Quarto Oggiaro dove il 20enne viveva nel Fiat Ducato parcheggiato.
Il cinese sarebbe completamente estraneo alla vicenda, non risulta abbia dato volontariamente ospitalità al ragazzo. Solo due di queste multe sono state pagate. E' plausibile quindi che le multe siano imputabili al proprietario del mezzo che è stato successivamente abbandonato e utilizzato da Hosni Ismail come abitazione.
I residenti hanno raccontato di ricordare il giovane e di aver chiamato più volte la polizia per segnalare il suo bivacco e atti osceni. La Polizia Locale conferma un intervento del 17 maggio ma in quell'occasione, non avendo trovato nessuno sul posto, gli agenti hanno provveduto a lasciare sul parabrezza del furgone l'ennesima multa per divieto di sosta.