L'istanza è stata presentata dalla difesa dell'ex imprenditore del web, che era tornato in cella il 13 febbraio. I giudici decideranno nei prossimi giorni
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La Procura generale di Milano ha dato parere favorevole all'istanza di affidamento terapeutico in una comunità presentata dalla difesa di Alberto Genovese. L'ex imprenditore del web è stato condannato in via definitiva a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni, per due casi di violenza sessuale su due modelle stordite con mix di droghe. In esecuzione della pena definitiva, il 13 febbraio era tornato in carcere, dopo essere stato ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi.
Nel pomeriggio di martedì si è tenuta, davanti ai giudici della Sorveglianza (presidente Cossia, relatore Luerti e due esperti), l'udienza per discutere l'istanza della difesa dell'ex fondatore di start up digitali. La pena residua, tolto il cosiddetto pre-sofferto, che Genovese deve ancora scontare è inferiore ai 4 anni e ha già scontato anche, in sostanza, la parte di pena che copre le imputazioni di violenza sessuale, reato ostativo alla misura alternativa al carcere.
L'affidamento terapeutico, poi, si può richiedere quando la pena residua non supera i 6 anni. Tutte condizioni, dunque, che hanno portato anche la Procura generale (col sostituto pg Giuseppe De Benedetto) a dare parere favorevole alla richiesta della difesa. I giudici decideranno nei prossimi giorni.
Genovese era stato a San Vittore dal novembre 2020, quando era stato arrestato, fino a fine luglio 2021, quando era passato ai domiciliari in una comunità per disintossicarsi. Era tornato in carcere a febbraio per l'esecuzione della pena definitiva, che gli era stata ridotta perché aveva rinunciato a presentare appello dopo la condanna in abbreviato, sulla base delle nuove norme della riforma Cartabia.