A "Dritto e Rovescio" la zia della bimba lasciata morire di stenti: "Ha sempre avuto manie di grandezza ma non ha mai lavorato"
"Mia sorella mi accusa di farmi pubblicità con la morte della sua bambina". Sono le parole della sorella di Alessia Pifferi, Viviana, intervenuta nella puntata di "Dritto e Rovescio" di domenica 1 ottobre. La donna, intervistatata da Paolo Del Debbio, ha svelato di aver ricevuto nei mesi scorsi una lettera da parte della sorella, che l'accusava di voler sfruttare la situazione della morte della piccola Diana per godere di notorietà: "Dal carcere mi ha scritto nel periodo di Pasqua, mi rimproverava del fatto che io mi sto godendo il mio momento di notorietà - ha detto Viviana -, il riferimento è alla maglietta che indosso con la foto di Diana. Mi ha detto anche di portargliene una in carcere così mi avrebbe aiutato a farmi pubblicità. Questa lettera è stata depositata agli atti".
"La bambina è nata nel water - ha proseguito -, lei ha detto che non sapeva di essere incinta ma mia mamma le aveva mandato dei soldi per fare degli esami". Secondo Viviana Pifferi nessuno, tra assistenti sociali o forze dell'ordine, è stato allertato al momento dell'arrivo in ospedale di Alessia Pifferi con la neonata: "Noi non potevamo fare niente perché c'era il Covid e non potevamo muoverci - ha aggiunto -. Nessuno però è intervenuto. Io non sapevo che fosse incinta, perché sia lei, sia mia mamma non me lo avevano detto".
Viviana Pifferi, racconta poi l'ambizione di Alessia Pifferi nella sua vita quotidiana: "Ha sempre avuto manie di grandezza ma non ha mai lavorato - ha detto -, ha sempre cercato uomini dalla posizione lavorativa importante, ben vestiti. Lei ha sempre raccontato a tutti bugie".