Secondo i giudici europei, la condanna fu giusta ma "manifestamente sproporzionata" per il reato relativo a due articoli pubblicati nel 2007 su Libero, di cui era all'epoca direttore
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La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l'Italia per la vicenda dell'arresto di Alessandro Sallusti. Secondo i giudici europei, il nostro Paese ha violato il diritto alla libertà d'espressione di Sallusti con una condanna "manifestamente sproporzionata" per il reato di diffamazione relativo a due articoli pubblicati nel 2007 su Libero, di cui era all'epoca direttore. La Corte ha riconosciuto a Sallusti 12mila euro per danni morali.
Lui ne aveva chiesti 100mila. Nella sentenza la Corte riconosce la giustezza della condanna del direttore per diffamazione, ma considera che questa non avrebbe dovuto tradursi in una pena da scontare in carcere.
Da qui la violazione del suo diritto alla libertà d'espressione. I fatti del caso risalgono al febbraio del 2007 quando Libero pubblica due articoli in cui si sostiene che una ragazzina di 13 anni è stata costretta dai genitori e il giudice tutelare ad abortire. La notizia era già stata pubblicata il giorno prima da altri quotidiani che tuttavia lo stesso giorno avevano precisato che la 13enne non era stata forzata ad abortire ma lo aveva voluto.
Ad aprile il giudice tutelare aveva denunciato Sallusti per diffamazione. Il giornalista viene condannato per omesso controllo per un articolo e diffamazione aggravata per l'altro a risarcire 30mila euro e a un anno e due mesi di carcere. Alla fine sconterà 21 giorni agli arresti domiciliari prima che il presidente della Repubblica commuti il carcere in una multa.